Fuoco in stazione, i vigili entrano dall’atrio

Oggi non vado via. Avrei la fortissima tentazione di andare via, contro ogni tradimento. E, invece, oggi resto, sempre resto, fortissimamente resto.
Resto a Genova perchè penso che, anche da Genova, dalla splendida manifestazione di Palazzo Ducale di sabato, si sia messo un importante tassello per la vittoria della democrazia e del rispetto della volontà degli elettori, prima ancora che della vittoria di Berlusconi.
Resto a Genova perchè conosco centinaia e centinaia di persone che hanno votato, fra gli altri, Enrico Musso e Gabriella Mondello; che li hanno votati solo perchè a fianco del loro nome sulle schede c’era un simbolo con scritto «Berlusconi presidente»; e che li hanno votati solo perchè esponenti del Pdl hanno detto loro di votarli.
Vedete, credo che questo sia un particolare decisivo. La criticatissima (anche e soprattutto da noi) Susy De Martini, alle Europee, fu favorita dal fatto di essere l’unica candidata ligure, ma prese quasi ventimila preferenze, ventimila persone che scrissero «De Martini» sulla scheda. E, quindi - pur continuando a considerare sbagliata la decisione di candidarla alle Europee, per cui il coordinatore regionale del Pdl Michele Scandroglio si scusò con gli elettori con grande onestà intellettuale dalle colonne del Giornale - tanto di cappello al coraggio di Susy di metterci la faccia e di cercarsi le preferenze.
Vedete, ci sono consiglieri comunali come Giuseppe Murolo che hanno lasciato il Pdl per andare in Futuro e Libertà. Una scelta che io non ho condiviso, anche perchè Murolo continua a lavorare bene e mi spiace vederlo in Fli, in compagnia di beneficiati da Berlusconi, che esaltavano Berlusconi fino all’altroieri, e che oggi hanno scoperto quanto Berlusconi sia brutto e cattivo. Ma tanto di cappello a Murolo perchè, come Emanuele Basso, almeno ha preso le preferenze. E quindi, il suo «tradimento» ha quantomeno alle spalle un minimo di legittimazione popolare.


Enrico Musso, invece, sia come candidato sindaco «indipendente», con l’appoggio del Pdl, sia come capolista al Senato della lista «Berlusconi presidente», quelle preferenze non le ha prese. E quindi il suo tradimento è senza le virgolette. Tradimento della volontà degli elettori, non di Berlusconi, ribadisco.
Musso ha scritto un documento in cui spiega tutti i motivi per cui si è astenuto - (...)

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