Le notizie non muoiono sulla carta, né nell'etere, né in Rete. Sopravvivono altrove. Dove, non si sa. Proviamo a immaginarlo.
LE NOTIZIE. Il gossip? Non è necessariamente qualcosa di dannoso ma, anzi, rappresenta una forma di comunicazione utile a garantire un certo grado di ordine sociale. A sostenerlo sono alcuni esperti e ricercatori del Consiglio nazionale delle ricerche (Cnr). «Dal punto di vista dell'evoluzione biologica e culturale, le società umane - spiega Rosaria Conte dell'Istituto di scienze e tecnologie della cognizione (Istc) del Cnr - si sono allargate nel tempo in tempi e dimensioni nettamente superiori rispetto ad altre specie vicine, come ad esempio dei primati». Le condizioni per realizzare tale crescita sono la «intensificazione dei rapporti di cooperazione e il controllo di comportamenti negativi, quali la truffa e l'inganno (cheating). Tutto ciò si rende possibile mediante la costruzione di una particolare forma di conoscenza sociale: la reputazione».
Normalmente si ritiene che il pettegolezzo sia una comunicazione tesa solo a minare la reputazione altrui. Gli studi della ricercatrice, invece, smentiscono tale assunto: «Trasmettendo la reputazione tramite il pettegolezzo, cioè riportando un'opinione non a titolo personale, bensì attribuendola al pensiero diffuso - precisa Conte - la fonte evita di assumersi la responsabilità di quanto dice e, di conseguenza, si sottrae a eventuali rappresaglie che potrebbero a loro volta produrre altri comportamenti aggressivi. In tal modo gli uomini sono dunque riusciti a controllare il cheating, aumentando al contempo la dimensione dei gruppi sociali».
Per avere una conferma empirica di questa teoria, prosegue la ricercatrice, «si è sperimentato il modello di circolazione della conoscenza sociale attraverso la reputazione e il pettegolezzo su computer, in popolazioni di agenti artificiali, verificando anche in laboratorio che la diffusione delle informazioni mediante il gossip funziona e limita l'inganno più del modello che prevede l'assunzione diretta di responsabilità rispetto alle informazioni trasmesse».
Gli esperimenti condotti con decisori umani in laboratorio da Flaminio Squazzoni, dell'Università di Brescia, hanno dimostrato poi che anche nell'effettuare scelte in campo economico, in cui normalmente si enfatizza la scelta razionale, gli individui sono influenzati fortemente dalla reputazione e dal gossip. (fonte: Ansa, 11 gennaio 2010).
Se siete stanche di baciare ranocchi sperando che si trasformino in principi azzurri, la biologia dell'amore potrebbe aiutarvi a scovare l'anima gemella. Con l'aiuto irrinunciabile del web. Dimenticate, però, per adescare la «preda», appuntamenti al buio o social network, due opzioni che continuano a pullulare tra gli internauti. La nuova strada da battere, almeno secondo i meno scettici, bussa alla porta della genetica, per trovare la dolce metà con l'aiuto del Dna.
Basta un campione di saliva da prelevare con tampone e inviarlo agli analisti del caso, pagando circa 1.300 euro se ci si affida alla statunitense «ScientificMatch». Di gran lunga più economica la svizzera «GenePartner», che per un primo test si accontenta di circa 65 euro. Le tecniche messe a punto dalle due aziende per scovare i Romeo e le Giulietta del caso sono diverse, ma si affidano entrambe a prove messe insieme in anni e anni di ricerca scientifica. Non ultima la tesi dell'armonia olfattiva, secondo cui il partner si scova anche affidandosi all'odore che emana. E se si trova la «combinazione perfetta», ovvero i tasselli di Dna di lui e lei si incastrano a meraviglia, i cultori di questo Cupido virtuale assicurano sesso più soddisfacente, aumento della fertilità, meno tradimenti e figli in ottima salute. Perché quando «c'è chimica» la relazione promette scintille, assicura Eric Holzle, l'ingegnere che ha dato i natali a «ScientificMatch». (fonte: Adnkronos, 11 gennaio 2010)
FUORI DALLE NOTIZIE. Rivoluzione in vista nel mondo di Internet. Le e-mail si potranno anche odorare. La «tecnologia» (per la verità un po'... casereccia) è stata messa a punto da un ingegnere elettronico di Cambridge, Steve Smelling, che l'ha illustrata con un articolo scritto per «Scient Review».
«Il mio desiderio - spiega Smelling - era aiutare le migliaia e migliaia di persone che cercano l'anima gemella andando a zonzo nel mondo virtuale della Rete. Per questo ho ideato un collegamento (una specie di link) odorifero con cui "rafforzare" i messaggi». Ma come funzionano, praticamente, le mail da annusare? Come possono associarsi bit e molecole aromatiche?
«È semplice - prosegue Smelling -. Bisogna dotarsi di un set di aromi, diciamo così, soft: rosa, borotalco, latte e menta... roba così. A ogni aroma corrisponde un numero e... il gioco è fatto.
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