Cultura e Spettacoli

FUORI DALLA NOTIZIA - La California: "Giù le mani dalle zecche"

Le notizie non muoiono sulla carta, né nell'etere, né in Rete. Sopravvivono altrove. Dove, non si sa. Proviamo a immaginarlo

Le notizie non muoiono sulla carta, né nell'etere, né in Rete. Sopravvivono altrove. Dove, non si sa. Proviamo a immaginarlo.

La notizia. Gli incantatori di serpenti, una delle più popolari attrazioni turistiche dell'India, hanno manifestato oggi a Calcutta. In circa cinquemila hanno inscenato una protesta nella capitale dello stato del Bengala occidentale contro una legge che protegge la fauna selvatica, proibendo l'uso di animali a fini commerciali e quindi le rappresentazioni durante le quali, al suono dei flauti, si fanno uscire cobra e altri serpenti velenosi dai panieri. «Incantare serpenti è un diritto naturale e inalienabile», dice Langra Bede, 35 anni (che nel corso della sua carriera è già stato morso due volte). «I nostri avi incantavano i serpenti, noi siamo cresciuti incantando i serpenti, ed è semplicemente la sola cosa che sappiamo fare». La legge in questione è entrata in vigore alla fine degli anni Novanta e da allora i circa 800mila incantatori di serpenti che lavorano in tutta l'India, si sono visti privare di una parte consistente dei loro guadagni. Nel Bengala occidentale, questi intrattenitori di strada si stima siano 100mila. La maggior parte di loro appartiene alla comunità nomade dei Bedia, e si trasmettono questa arte di padre in figlio. «Migliaia di loro sono alla fame, e la legge mette in pericolo la sopravvivenza stessa delle comunità Bedia, antica mille anni e parte integrante del patrimonio del Bengala», denuncia il sindacalista Raktim Das, il quale sta cercando di ottenere dal governo regionale una deroga alla legge, oppure la creazione di centri autorizzati per l'allevamento dei serpenti con cui far lavorare gli incantatori. Per i gruppi ambientalisti, però, gli incantatori non sono altro che dei crudeli impostori: li accusano di strappare i denti veleniferi ai serpenti «da intrattenimento» e di nutrirli poi solo con latte, condannandoli così a una morte lenta e certa. (fonte: Ansa-Afp, 17 febbraio 2009)

Fuori dalla notizia. Domani andrà in pensione l'ultimo domatore di zecche degli Stati Uniti. Philip Tickle, 62 anni, da oltre tre decenni fra le principali attrazioni del «Future Circus» di San Diego, da parte sua avrebbe preferito proseguire nell'attività. Ma a por fine alla sua onoratissima carriera è una nuova legge dello Stato della California che include le zecche nell'elenco delle specie definite «untouchable», intoccabili. «Con le mie zecche - ha commentato Tickle fra le lacrime - l'intesa era perfetta. Le consideravo compagne di lavoro, anzi amiche. Non, come vogliono far credere quei signori là, degli strumenti di lavoro. Tina, Pina, Gina, Lina e Rina, adesso, che fine faranno senza di me? E come si guadagneranno da vivere?».

«Gli animali - risponde Joseph Adams, vicepresidente dell'organizzazione ambientalista L&L - per il momento troveranno ricovero in un motel nei pressi di San José insieme a due coyote feriti da un pirata della strada e a una decina di scorpioni recentemente strappati alle grinfie di un maniaco che li teneva prigionieri in un barattolo di vetro».

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