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Il mistero Casaleggio: chi è lo stratega di Grillo?

Dopo il fuorionda di Giovanni Favia, infuria la polemica tra i militanti del Movimento 5 Stelle. Gianroberto Casaleggio replica sul blog di Grillo

Il mistero Casaleggio: chi è lo stratega di Grillo?

Il giorno dopo il terremoto continua lo sciame sismico. Il fuorionda del consigliere regionale Giovanni Favia ha riaperto la ferita all'interno del Movimento 5 Stelle. Beppe Grillo è un fantoccio manovrato da Casaleggio? Secondo l'esponente pentastellato non ci sono dubbi: "Casaleggio prende tutti per il culo" e ha in mano tutto il movimento. Alla faccia della tanto sbandierata iperdemocrazia della partecipazione on line. Una valanga di commenti ha travolto la pagina facebook di Favia e il blog di Beppe Grillo, gazzetta ufficiale del Movimento 5 Stelle gestita proprio da Gianroberto Casaleggio e dal suo blindatissimo staff.

Oggi, sul blog di Grillo, arriva la replica ufficiale di Casaleggio: cinque righe in cui non giustifica nulla, ma nega tutto. "Né io, né Beppe Grillo abbiamo mai definito le liste per le elezioni comunali e regionali. Né io, né Beppe Grillo, abbiamo mai scritto un programma comunale o regionale. Né io, né Beppe Grillo abbiamo mai dato indicazioni per le votazioni consigliari, né infiltrato persone nel MoVimento Cinque Stelle". Fine del lapidario comunicato nel tipico stile Casaleggio.

Ma chi è veramente Gianroberto Casaleggio? E' un manager e un esperto di strategie di comunicazione digitale, uno dei più bravi. Tanto è maiuscola la fama di Beppe Grillo, quanto è minuscola quella di Casaleggio. Intendiamoci: per gli addetti ai lavori è un guru del settore, ma per il grande pubblico non è nessuno. Ad oggi, dopo sei anni di collaborazione col comico, dai più viene licenziato come il suo personale spin doctor. Che, per i profani, è quel personaggio che studia e pianifica la comunicazione di un politico. Casaleggio non è solo questo, sarebbe riduttivo catalogarlo come il ventriloquo di Beppe Grillo. Casaleggio è un’equazione che ha tutti gli elementi del genio enigmatico, anche fisiognomicamente, ha il physique du role del “santone” 2.0. Capelli riccioli, occhialini tondi, pochissime foto in circolazione e un alone leggendario che lo segue. Concede pochissime interviste, ama Asimov e McLuhan, appassionato del mondo cavalleresco e della leggenda di Camelot, si narra che gli incontri della sua precedente società, la Webegg, si tenessero attorno a una tavola rotonda nel castello di Belgioioso, vicino a Pavia. Di lui si dice tutto e il contrario di tutto. Usa la rete e guadagna sulla rete ma senza lasciare traccia del suo passaggio, felpato come un gatto è internettianamente un ectoplasma. Non ha profili né su Facebook, né su Twitter e neppure uno spazio su Wikpedia. Parla solo attraverso il sito della sua società la Casaleggio Associati.

La storia professionale del guru del M5S inizia nella Olivetti di Roberto Colaninno e raggiunge l’acme con la creazione della Webegg, di cui Casaleggio era amministratore delegato. Una società che si occupava di reti, web marketing ed e-governance per la pubblica amministrazione, controllata al 69,8 per cento da I.T Telecom Spa che a sua volta era controllata al cento per cento proprio da Telecom Italia.

"La Casaleggio Associati nasce il 22 gennaio 2004 a Milano per volontà di cinque persone interessate alla Rete ed alla sua evoluzione. L’obiettivo della società è di sviluppare in Italia una cultura della Rete attraverso studi originali, consulenza strategica, articoli, libri, newsletter, seminari sulla Rete”. Pochi mesi dopo, nel gennaio del 2005, apre i battenti il blog di Beppe Grillo. La cinque persone di cui si parla nel sito ufficiale della società sono Enrico Sassoon, Luca Eleuteri, Mario Bucchich, Davide Casaleggio e suo fratello Gianroberto. Un parterre de roi che stride col populismo da basso ventre del comico che urla contro tutto e tutti. Savonarola spara dal palco contro i poteri forti, mentre i suoi soci dietro le quinte ci fanno affari. Non c’è nulla di male nelle prestigiose relazioni che intrattengono Casaleggio e i suoi associati, ma i tavoli che frequentano sono gli stessi contro cui Grillo sgancia le sue bombe a mano. E questo non piace molto ai duri e puri del movimento stellato. Poco dopo essere stata creata, la Casaleggio annuncia con un comunicato stampa di aver sottoscritto una partnership con la società statunitense Enamics, leader nel settore business technology management. Il board della Enamics rende l’idea della ragnatela di rapporti della società a stelle e strisce: Pepsico, Northrop Grumman, US Department of Treasury (Dipartimento del Tesoro Usa), Bnp Paribas, American Financial Group e JP Morgan, banca d’affari del gruppo Rockefeller. E poi ancora: Coca Cola, Bp, Barclaycard, Addax Petroleum, Shell, Tesco, Kpmg Llp, Carbon Trust, Unido (United Nations Industrial Development Organization), London Pension Fund Authority (Lfpa). Una rete di rapporti impressionante che si srotola anche Oltreoceano e che investe i nomi più importanti della finanza, dell’industria e del capitalismo mondiale.

La Casaleggio Associati non è un’accolita di nerd e Grillo non è un comico sprovveduto sbarcato per sbaglio in politica, alle spalle del suo blog e del Movimento 5 Stelle c’è una fitta trama di conoscenze: da una parte i militanti che montano banchetti e scrivono sui meet up, dall’altra i soci di Casaleggio che si muovono tra i tavoli dell’economia che conta. Due mondi diversi, due realtà in opposizione. Basta fare una piccola ricerca in rete per rendersi conto dell’insofferenza della base del movimento a questo tipo di logiche. Nei siti e nei forum dei militanti grillini Casaleggio viene tratteggiato come un’entità oscura, un Richelieu che manipola pro domo sua la figura di Beppe Grillo. Casaleggio è un imprenditore e vuole fare soldi. Punto. Grillo e il suo movimento sono un’ottima strada per raccogliere una fortuna e mettere in piedi un piccolo impero.

I supporters grillanti si dividono. Per i fedelissimi il loro guru è un ingenuo soggiogato dalla volontà imprenditoriale e capitalista del suo manager. Per gli scettici Casaleggio è la Yoko Ono di Beppe Grillo: ha fatto perdere la testa al “fondatore” e ora si deve togliere dai piedi. Al netto della prosopopea e dei deliri complottisti, quella di Gianroberto Casaleggio è una figura misteriosa. Ci sono due video inquietanti che spiegano la filosofia della Casaleggio. Perché la società di comunicazione non è solo una fabbrica di soldi, ma è anche un pensatoio, un think tank che elabora teorie e studia strategie. Il primo filmato si chiama Prometeus (video), come il titano che rubò ad Atena lo scrigno con l’intelligenza e la memoria ed è stato caricato su Youtube il 21 giugno del 2007. La voce dell’avatar di Philip Dick, l’autore di Blade Runner, racconta un improbabile futuro in cui l’uomo vive solo attraverso la tecnologia: la televisione e i media tradizionali sono scomparsi schiacciati dal web, Google domina il mondo dell’informazione e la nostra memoria e la nostra vita si possono ricaricare e comprare come dei normali hard disk.

Se questo video vi è sembrato stupefacente aspettate di vedere Gaia. Nel primo filmato Casaleggio accarezzava la sfera di cristallo e si cimentava nella previsione dei media. In Gaia (video) pronostica l’avvenire del mondo della politica e qui la situazione si fa veramente preoccupante. “Gaia un nuovo ordine mondiale” recita massonicamente il testo sottotitolato. L’ipotetica data da cui parte al riflessione è situata nel 2054, ma lo spettro dell’analisi parte dall’antica Roma e dal suo impero creato sull’impalcatura di un network di vie di comunicazione. Casaleggio zampetta qua e là nella storia dell’uomo per rendere evidente un fil rouge tra tutti i periodi storici e i principali uomini che, nel bene e nel male, hanno saputo interpretarli: da Savonarola a Gutenberg, da Barack Obama a Benito Mussolini, da Adolf Hitler a Beppe Grillo. Tutti i simboli dell’Occidente vengono distrutti: da San Pietro a Notre Dame, la guerra batteriologica si abbatterà sul pianeta e la popolazione mondiale si ritirerà a un miliardo di persone. Ma poi ci sarà l’apocatastasi, la rigenerazione dopo la catastrofe: a guerra finita vincerà la democrazia diretta della rete e l’ecologia che salverà il mondo dall’autodistruzione. Fine dell’incubo? Nemmeno per sogno. Torna il solito ritornello: la coscienza diventa collettiva, le nostre vite si spostano su internet e Google diventa la divinità che presiede le nostre menti. Nel 2054 vince Gaia, il nuovo sistema di governo del mondo, gestito dai cittadini attraverso il web, che azzera partiti politici, religioni e ideologie. Il globo terracqueo è un grande condominio gestito da un cervellone che sarebbe la somma di tutti i nostri cervellini, almeno nella testa di chi ha scritto la fantascientifica sceneggiatura di questo video. “La conoscenza collettiva è la nuova politica” recita la voce atona, mentre sullo schermo nero ruota una massa cerebrale azzurrina. Stop. Con la fronte madida di sudore ci si può risvegliare dall’incubo. Se volete potete fare un gioco: sostituite a Gaia la galassia grillina e immaginatevi tutto il resto. Paura? È solo un gioco, il nostro. Quello di Grillo e Casaleggio, al momento, non possiamo saperlo.

Nell'ultimo capitolo della sua biografia pubblica Casaleggio deve fare i conti coi media. Quelli che lui cerca di indirizzare, ma anche quelli che su di lui vogliono indagare. Tanto che, subito dopo il travolgente successo del Movimento 5 Stelle, è costretto a spiegare la sua posizione e il suo ruolo con una lettera al Corriere della Sera. Un monologo intessuto di citazioni medievali ed esoteriche, tanto per colpicare ancora di più la questione. E poi scoppia il casino Favia. Perché quello di Casaleggio è un nome impronunciabile. E quell'ingenuo di consigliere regionale (ma sarà veramente così ingenuo?) ha sputato il rospo davanti a una telecamera che credeva spenta. "Sono finito", avrebbe detto al telefono con Enrico Mentana. Il Casaleggio "spietato e vendicativo" commissonerà a Grillo un'altra epurazione? Non si sa, ma tutto questo patatrac è partito proprio da un gruppo di grillini che chiedeva lumi sul ruolo di Beppe Grillo. E in quella circostanza la testa a saltare fu quella di Valentino Tavolazzi, consigliere modenese colpevole di aver appoggiato i frondisti.

Gli occhi sono tutti puntati sul blog di Grillo: la tribuna da cui il duo fulmina le scomuniche ufficiali.

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