Salone del Mobile 2012

Fuorisalone, italiana la scuola "verde" per Gaza

Al Fuorisalone Green Schools Gaza, un progetto per la costruzione di una scuola ecosostenibile e completamente autosufficiente in un territorio estremo come quello di Gaza. VIDEO

Fuorisalone, italiana la scuola "verde" per Gaza

di Livio Lazzari

Anche quest'anno il Fuorisalone non offre solo gadget d’autore e oggetti destinati a diventare di culto tra un aperitivo e l’altro. Una delle suggestioni più interessanti e concrete di questa edizione, lascia da parte tavoli griffati, borse e sedie per concentrarsi su una delle zone più calde del pianeta, la Palestina. Alla Design Library di via Savona, l’architetto Mario Cucinella ha spiegato ai nostri microfoni il suo progetto Green Schools Gaza, un’idea semplice e allo stesso tempo di grande impatto, costruire una scuola completamente autosufficiente in un territorio estremo come quello di Gaza.

L’idea è nata durante il primo tavolo tecnico italo-palestinese sull’eco-architettura e le energie rinnovabili tenutosi a Ramallah nel marzo 2010 e organizzato dalla Cooperazione Italiana allo Sviluppo, dal Ministero degli Affari Esteri e dai Ministeri della Pianificazione e delle Opere Pubbliche dell'Autorità Nazionale Palestinese. Il concetto generale è stato elaborato secondo i bisogni dei residenti nei campi profughi e considerando la scarsità dell’acqua e gli alti prezzi delle fonti energetiche nei territori palestinesi.

Il progetto, sviluppato in collaborazione con l’agenzia delle Nazioni Unite per il soccorso e l’occupazione dei rifugiati palestinesi, consiste nella costruzione di un edificio autosufficiente che produca tutta l'energia di cui ha bisogno attraverso le risorse rinnovabili disponibili in loco, come ad esempio l’energia solare e geotermica, e capace anche di coprire l’intero fabbisogno di acqua per le pulizie, i servizi igienici e l’irrigazione attraverso il recupero delle acque piovane e il trattamento delle acque reflue tramite fitodepurazione.

Il disegno promuove l'utilizzo di materiali disponibili in loco, nonché l’adozione di semplici sistemi costruttivi in modo da limitare i costi di costruzione e facilitare le operazioni di cantiere dove potranno essere coinvolti i rifugiati stessi.

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