Ariela Piattelli
Settanta opere per ripercorrere una pagina del futurismo italiano e la storia di un grande artista, Antonio Fiore: «Antonio Fiore. Ufagrà: opere 1978-2005» è la mostra dedicata, presso il complesso del Vittoriano, al pittore futurista (fino al 22 giugno).
Con lo pseudonimo «Ufagrà» Antonio Fiore (nato a Segni nel 1938) inizia il suo percorso artistico alla fine degli anni 70; Agrà era la poetica concepita da Sante Monachesi, e fu proprio questultimo a battezzare lartista di Segni con questo nome, aggiungendo le lettere U (di universo, in quanto il movimento Agrà veniva considerato universale) ed F (Fiore). Nelle sue prime opere, definite da Monachesi «quadri-messaggio», è dichiarata la volontà di comunicare: nel quadro-messaggio «Agrà o Degrà» si legge la scritta «O luomo torna misura di tutte le cose, e centro morale, o è nulla», in «Innocenza e Amore Agrà» si legge «Solo linnocenza lamore Agrà possono riunire gli esseri umani», in un altro «La pace si difende con lamore». E proprio lamore e la pace diventano tematiche fondamentali degli esordi, dove Agrà è sinonimo di elevazione spirituale e Degrà sinonimo di violenza.
Il futurismo cosmico di Ufagrà Una retrospettiva su Fiore e i suoi quadri-messaggio
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