La casa intesa come metafora è il grande tema scelto dallartista Daniela Renier per la sua prima esposizioine negli spazi della galleria di Ermanno Tedeschi (via Santa Marta 15). Per l'occasione l'artista ha esposto opere di grande e medio formato, create con materiali e tecniche diverse. «A volte dalle case emergono squarci, lacerazioni, come se una forza oscura che viene da dentro producesse una sorta di deflagrazione -scrive la curatrice Vittoria Cohen- eppure proprio da questo effetto nasce la vitalità; la casa, il grattacielo, sono corpi, offesi dalla vita ed inevitabilmente provati, ma ancora in piedi. Fanno pensare a certi quartieri industriali di grandi città, Parigi, New York, che attraversiamo come un bosco affollato di alberi. Grigio, nero, e ancora grigio, inesorabile e inevitabile. L'aria fredda intorno ci fa concentrare sui nostri pensieri piu' segreti. Non c'è evoluzione, cambiamento, progressione. Il soggetto casa" nel lavoro di Daniela Renier è lo spunto, la partenza.
I materiali che la compongono suggeriscono la tridimensione e partecipano del gioco tra "quadro" e "scultura". La "messa in scena " dell'opera, pero', fissa, cristallizza un momento, non ne narra la storia. Il lavoro arriva a noi senza tempo, liberato da precisi riferimenti, per lo più, spiazzante, generatore di domande».Alla galleria Tedeschi le case surreali della Renier
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