La Galleria vuol tornare al bianco e nero

FRA TRADIZIONE E FUTURO Per il turismo Piazza Duomo vale 500 milioni. Dopo il Camparino, l’addio a McDonald’s, l’ampliamento di Prada, si punta alla sorpresa di Motta

La Galleria vuol tornare al bianco e nero

Un dejà vu. Nacque così nel 1915 e per quasi cent’anni l’insegna si è alternata allo Zucca. Ma ieri si brindava di nuovo con il bitter rosso il ritorno del Camparino in Galleria, dopo sedici a base di rabarbaro. Cambia il marchio ma alla cassa rimangono Orlando Chiari e la moglie Teresa Miani. Un pezzo di storia del Salotto anche loro. A festeggiare con loro ci sono il presidente della Camera di commercio e l’assessore alle Attività produttive del Comune che è proprietario della Galleria. Le imprese storiche «vanno valorizzate nel mondo, saranno tra i punti di forza dell’Expo - raccomanda Carlo Sangalli». Per la Galleria «si apre una nuova stagione, è uno specchio della città e le istituzioni devono difendere e incoraggiare tutti i negozi, che siano storici o no, perchè Milano si identifica con i suoi bar e i suoi locali». Raccoglie il messaggio Franco D’Alfonso. E assicura: «La Galleria non sarà mai un centro commerciale, tuteleremo le presenze storiche, cercando anche di recuperare vecchi marchi». Ad esempio? Svela che ci sono trattative in corso con Autogrill perchè riporti l’insegna del Bar Motta, quella con cui la società iniziò la sua storia nel 1928 proprio da Milano e dal locale tra piazza Duomo e la Galleria. Un cambio del nome che sarebbe accompagnato da un restyling dello spazio. Un Salotto in bianco e nero. É tramontato con la gara vinta da Prada il progetto di portare al centro dell’Ottagono la Apple, con un megastore super-tecnologico e aperto fino a mezzanotte. Negli spazi occupati da McDonald’s si allargherà la griffe, con un affitto da 5 milioni e 300mila euro all’anno per i primi cinque anni. Il Comune sta cercando una location alternativa a McDonald’s che ha minacciato ricorso contro lo sfratto e D’Alfonso è convinto che «siamo sulla buona strada per convincerli a spostarsi negli spazi dell’ex Cobianchi». E «riprenderemo i contatti anche con la Apple, non sarà il Salotto ma pensiamo di avere buone alternative per convincerli a investire comunque in città».
Tutelare i marchi storici. Anche dalla stangata affitti che rischia di partire dopo la delibera approvata due settimane fa dalla giunta per il rilancio del monumento? «I prezzi degli spazi andranno via via allineati, ma ai negozi storici contiamo di offrire agevolazioni, contratti più lunghi, in cambio però di alcune tutele per un bene che è della città. Ad esempio un diritto di prelazione al Comune se il titolare intende cedere la licenza». L’assessore al Demanio Lucia Castellano incontrerà invece i venti enti e associazioni che occupano i piani alti per proporre sedi alternative. C’è chi paga 9mila euro l’anno per 491 metri quadr.. L’obiettivo è di incassare 800 milioni l’anno, oggi sono solo 190.
E mezzo miliardo di euro l’anno è quanto vale piazza Duomo per il turismo milanese.

Attira da sola, come riferisce la Camera di commercio, un terzo dei visitatori, che siano italiani (grandi clienti di pizzerie e bar, dove spendono il 38% del loro budget escluso l’alloggio) o gli stranieri che preferiscono tuffarsi nello shopping (46,7%).

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