Galliani da Rio con il regalo: c’è Tevez nella calza del Milan

Ai rossoneri il derby per l'argentino: "contratto creativo" per l’Apache mentre l’Inter tratta a Londra. Le spine della Roma: la grana Capitan futuro e il sostituto di Osvaldo

Galliani da Rio con il regalo:  c’è Tevez nella calza del Milan

Carlitos Tevez a Rio de Janeiro con il suo procuratore Kia Joorabchian incontra Adriano Galliani e sta per chiudersi il suo trasferimento al Milan con l’identica formula che l’Ad rossonero ha proposto per Alberto Aquilani: il diritto di riscatto diventa obbligo se Carlitos giocherà almeno la metà delle ipotetiche 28 gare ufficiali che attendono il Milan da qui al termine della stagione, fra campionato e Coppa Italia. Tevez, Joorabchian e Galliani in conferenza telefonica con il City hanno messo a punto i dettagli, prestito simbolico di un milione di euro con eventuale acquisto a 23 milioni a giugno. Tevez ha raggiunto e firmato da tempo l’accordo economico con il Milan, Massimo Moratti non si sarebbe mai inserito in una situazione così pericolosa, anche se in realtà di Tevez ha parlato. È successo in occasione di una telefonata di Roberto Mancini al presidente dell’Inter: «Perché non provate a prenderlo voi?». I rapporti fra il manager del City e il presidente dell’Inter sono rimasti buoni, Mancini ha tirato di mezzo il club di Corso Vittorio Emanuele con una polpetta avvelenata giustificata dai suoi rapporti non idilliaci con il Milan, dalla volontà di non accontentare Tevez e con la speranza di incassare subito quel cash necessario per dare l’assalto definitivo a Daniele De Rossi. Ma i rapporti fra Mancini e Branca sono da tempo a zero, immaginare il ds nerazzurro che prende l’aereo e vola a Manchester per trattare con l’ex allenatore dell’Inter è quasi un azzardo. E Tevez, venuto a conoscenza della telefonata di Mancini, ha rotto anche gli ultimi indugi legati a un club che ha nelle sue file diversi argentini e a un inserimento sicuramente più morbido rispetto alla futura convivenza con Zlatan Ibrahimovic. Ma è altrettanto vero che la dirigenza Inter non ha mai negato attenzione verso qualunque opportunità dovesse presentarsi. Quindi se Branca è andato a Londra, o a Manchester, cosa ci è andato a fare? Balotelli? Sneijder assolutamente no, a Roberto Mancini l’olandese non piace e non interessa, lo ha dichiarato in separata sede ma si è venuto a sapere. Sneijder allo United? Tutto è possibile ma perché Wesley dovrebbe dire addio alla Champions league per questa stagione? Medesimo discorso per Douglas Maicon che ha ricevuto un’offerta dal Psg di Leonardo ma non intende lasciare l’Inter.

Chiuso l’affare Tevez poi si aprirà il fronte Pato con il Psg che spinge forte. Mancini ora ha altre priorità: perde Yaya Tourè per la coppa d’Africa e vuole Daniele De Rossi. Ieri i tifosi a Trigoria hanno ricevuto la netta sensazione che fosse l’ultimo incontro con il loro capitan futuro, lo hanno atteso ore sotto l’acqua, lui ha firmato autografi a sfinimento ma non ha mai risposto alla domanda se metteva la firma anche sul pezzo di carta più importante: l’accordo economico con la Roma per il prolungamento del suo contratto. Roberto Mancini sull’argomento si è nascosto: «De Rossi? È un campione, come Yaya, ma gioca per la Roma, una squadra importante, la squadra della sua città. Non so se lascerà Roma». Una dichiarazione di facciata, a De Rossi è stato offerto un quinquennale a 9 milioni a stagione e pare proprio che il suo agente Sergio Berti abbia già firmato l’accordo. Ma non c’è pace in casa Roma. Osvaldo s’infortuna ai flessori della coscia destra e rischia uno stop di due mesi, Pizarro al termine dell’allenamento non si ferma per svolgere la consueta seduta di stretching, e se ne va sotto la doccia, cupo in volto per gravi problemi familiari in Cile.

Dietro comunque c’è la Juventus. Destino beffardo, l’infortunio di Pablo Daniel Osvaldo spiazza Franco Baldini che ora deve andare forzatamente sul mercato, sia nell’eventualità di un addio di De Rossi, obiettivo primario Casemiro, sia per rimpiazzare Osvaldo: Neymar e Floro Flores prime scelte con Amauri ipotesi da non scartare anche perché la priorità Quagliarella è stata ufficialmente dichiarata incedibile da Marotta.

Magari ad Amauri fa bene cambiare aria, la Fiorentina con questa scusa si è liberata di Alberto Gilardino e lui si è ribellato: «Appena arrivato qui a Genova si è accesa la luce». Chi non ha bisogno di ulteriori stimoli invece è Pippo Inzaghi: «Smettere? Andar via? Amo troppo questa maglia e amo troppo giocare a pallone».

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