«Sui tagli e sulla riorganizzazione dell'assessore Montaldo non mi esprimo perché non conosco nei dettagli il piano regionale. La Liguria e l'area metropolitana hanno bisogno di modelli innovativi organizzativi. Siamo pronti. Anzi, abbiamo già messo in pratica numerosi progetti al servizio dei cittadini per una migliore Sanità. Il punto nascita del Galliera è uno dei tanti nostri fiori all'occhiello, tanto che viene sempre più scelto dalle partorienti come luogo per dare luce alla vita».
I dati illustrati ieri dal direttore sanitario Oberto Tramalloni sono chiari. Il trend di parti al Galliera, negli ultimi 9 anni, è via via aumentato del 30 per cento. Quest'anno sono previsti 1285 nascite con aumento della «moda» del parto cesareo (474 casi) un tasso di occupazione del 90 per cento dei letti, una degenza media inferiore ai tre giorni e «nessuna partoriente in barella come qualcuno avrebbe insinuato nei giorni scorsi». «Ci mancherebbe». Come dire: il Galliera, anche se l'Evangelico chiudesse o fossero ridotti i posti letto, sarebbe perfettamente in grado di accogliere nuove mamme.
Il nuovo reparto, aperto nel luglio 2005, prevede un ambiente a misura di mamma e di bambino, personale altamente qualificato con 11 dirigenti medici e 15 ostetriche fra i migliori in Liguria.
«Già adesso - continua Tramalloni - quando all'Evangelico ci sono problemi, accogliamo volentieri e assistiamo le partorienti provenienti da quell'ospedale. Talvolta abbiamo pure praticato interruzioni volontarie di gravidanza in urgenza. Sul resto del fronte, occorre chiarire che abbiamo in totale otto sale operatorie disponibili, di cui tre sono sempre operative con un doppio sistema mattina-pomeriggio. Il pronto soccorso funziona bene, anche se c'è molta richiesta e pressione da parte dei cittadini. Ciò che può fare spaventare è la riduzione dei posti letto di Medicina negli altri ospedali. La ricaduta al Galliera sarà inevitabile e quindi occorre pensare da ora quali modelli innovativi organizzativi scegliere».
Al punto nascita del Galliera viene incoraggiato il parto naturale.
«Ma non per la cultura dei paraocchi - spiega il primario Felice Repetti - ma perché è dimostrato che è il modo più sicuro e naturale per la paziente e per il bimbo, che, per altro, grazie alle stimolazioni femminili, sta meglio rispetto alla situazione del cesareo. La moda c'è, ma vi sono altri fattori come quello dell'età. Oggi la maggior parte delle partorienti è salita a 35 anni e se negli anni Sessanta il cesareo rappresentava il 4 per cento del totale dei parti, adesso sfiora il 40 per cento».
«In Liguria nel 2009 ci sono stati quasi dodicimila parti, di cui 6400 a Genova - aggiunge il primario Massimo Mazzella - la media di bimbi in famiglia rimane poco sopra all'unità singola. Anche gli stranieri, causa la crisi, sembra che si siano adeguati agli standard genovesi».
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