"Gangs of London", una "Gomorra" in terra inglese

Una nuova epopea criminale in formato serie tv, ambientata a Londra e confezionata puntando su azione, spettacolarità e violenza senza limiti. Nel suo genere, di qualità

"Gangs of London", una "Gomorra" in terra inglese

Prodotta da Sky Original, arriva in tv (stasera alle 21,15 su Sky Atlantic e in streaming su Now TV) "Gangs of London", una serie di genere crime e di inaudita violenza che in Inghilterra ha avuto enormi ascolti.

I dieci episodi che compongono la prima stagione hanno per protagonista la caccia al mandante di un omicidio, quello di Finn Wallace (Colm Meaney), criminale a capo dei traffici illeciti avvenuti negli ultimi ventanni a Londra. Suo figlio Sean (Joe Cole), per vendicarlo, è pronto a mettere a repentaglio la fragile alleanza fra le gang della città. Il ragazzo inizia col dare una prova di forza: nessuno dei capiclan a lui sottoposti potrà portare avanti i propri affari fino a quando non sarà scoperta l’identità dell’assassino. I sospetti ricadranno inevitabilmente su chiunque e Sean diverrà una mina vagante pronta a deflagrare in qualsiasi momento.

Cast multietnico, regia eclettica e azione adrenalinica sono le caratteristiche che colpiscono subito di "Gangs of London", una sorta di Gomorra in salsa inglese e dal piglio tarantiniano.

Qualità e spettacolarità non mancano, ma siamo pur sempre di fronte a poco più che una lussuosa giostra di caos e brutalità variamente assortite. La trama fa da collante a scene che vanno dallo scontro corpo a corpo alla mattanza pirotecnica, in una corsa ad ampliare sempre più il significato della parola "violenza".

Nemici temibili contro i quali dare prova di eroica resistenza, spuntano in ogni dove. Le digressioni narrative cercano di allungare il minutaggio di una serie il cui scopo principale resta quello di allestire i più fantasiosi scontri tra soggetti di diverse etnie, mettendo in palio lo scettro del crimine londinese. Impariamo a conoscere i personaggi più dalle azioni che dalle loro parole. Il tenore del racconto, del resto, è evidente fin dall'incipit in cui viene dato fuoco a un ragazzino che sta appeso a testa in giù da un grattacielo. In una metropoli che, dai bassifondi sino ai piani alti, è descritta come imbevuta di corruzione, si fa largo anche un agente infiltrato, deciso a scoprire come funzioni il cuore pulsante della malavita internazionale.

Per gli amanti della mitologia criminale, "Gangs of London" è una festa, indubbiamente. Nel racconto le peggiori barbarie vengono motivate da chi le compie appellandosi al distorto senso dato a termini come famiglia, onore e lealtà, l'incedere è teso, drammatico e la legge del taglione è esasperata e mitizzata.

Le timide citazioni iniziali

a "Il padrino" lasciano a poco a poco spazio a quello che diventerà, negli ultimi episodi, un fumettone cervellotico e ultraviolento.

Un'odissea nell'azione più sanguinosa che si possa immaginare, inedita per una serie tv.

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