Economia

Gas, l'Authority chiede: "Separare Eni da Snam" Scajola: "Ci danneggia"

Il presidente Ortis denuncia: "Un'abnorme speculazione" sul prezzo del petrolio. Poi chiede di separare "Eni da Snam gas". Ma il ministro non ci sta: "Solo in Italia si danneggiano le grandi imprese nazionali"

Gas, l'Authority chiede: 
"Separare Eni da Snam" 
Scajola: "Ci danneggia"

Roma - Ortis chiede di separare Eni e rete Snam: ci fornisce il gas dalla rete che lo distrbuisce. Scajola zittisce il presidente dell'Authority e chiede "rispetto per le grandi imprese italiane". 

Ortis bacchetta Nel gas rimangono ritardi negli investimenti. Un settore ancora caratterizzato dal permanere "di soggetti integrati verticalmente con posizioni dominanti nel mercato". Nella sua relazione al parlamento, il presidente dell'Autorità per l'Energia, Alessandro Ortis, torna a "bacchettare" l'operatore dominante, Eni, e la sua controllata Snam Rete Gas. "I ritardi e le insufficienze sono razionalmente spiegabili - chiarisce Ortis - solo sulla base di comprensibili interessi dell'operatore dominante a limitare l'accesso di nuovi operatori sul mercato interno". Per questo il presidente ribadisce come resti "sempre urgente l'attuazione della legge del 2003 e modifiche successive, che prevedono la separazione proprietaria di Snam Rete Gas per risolvere veramente, come già fatto nel settore elettrico, un conflitto di interessi non eliminabile nemmeno con muraglie cinesi costruite da regolazioni troppo invasive". D'altra parte - ricorda Ortis - l'esperienza del passaggio di Terna al controllo di Cassa depositi e la vendita recente di parti di reti di distribuzioni a investitori terzi, "dimostrano l'esistenza di una concreta possibilità che assets infrastrutturali energetici strategici possano diventare di soggetti terzi (rispetto agli interessi di mercato) senza alcun rischio di perderne il controllo nazionale e favorire operatori dominanti o monopolisti stranieri".

La replica di Scajola La relazione dell’Autorità dell’Energia "è in alcune parti condivisibile, in altre mi pare che esuli dalle prerogative che deve avere l’Autorità". Lo ha detto, a margine dell’inaugurazione dell’ampliamento della centrale nucleare di Enel in Slovacchia, il ministro dello Sviluppo Economico, Claudio Scajola, commentando la relazione del presidente Ortis nei passaggi in cui si concentra sull’eccessivo potere di mercato di Eni. Scajola ha sottolineato che "talvolta ci sono posizioni eccessivamente accentuate che non vedo in altri Paesi, che potrebbero creare difficoltà a grandi imprese nazionali". Secondo il ministro "il compito di indirizzo del governo è mantenere l’equilibrio fra grandi imprese e mercato libero". Soprattutto, ha evidenziato Scajola, "non dobbiamo squilibrare il mercato".

Speculazioni sul petrolio Le quotazioni del petrolio e dei suoi derivati "sembrano confermare il ruolo abnorme di una certa speculazione". L’allarme è del presidente dell’Autorità per l’energia e il gas, Alessandro Ortis, che nella Relazione annuale al Parlamento sollecita la messa a punto di "accordi di governance e regole internazionali che mortifichino la stessa speculazione, migliorando decisamente la trasparenza, l’efficienza e l’affidabilità dei mercati". A questo proposito, l’Autorità approfondirà la proposta della realizzazione di una "borsa del petrolio europea".

"Dipendenza dalle importazioni" "La crisi - afferma Ortis - ha confermato come i costi dell’energia incidano sul reddito disponibile delle famiglie e sulla possibilità per le imprese di competere nel contesto globalizzato". Il sistema energetico nazionale, infatti, "continua ad essere caratterizzato da una elevata dipendenza dalle importazioni (85%) e dagli idrocarburi (più del 70%, petrolio e gas); anche la produzione elettrica si basa prevalentemente sul gas naturale (54%).

Il mix delle coperture continua così ad essere troppo petrolio-dipendente e lontano dalle medie europee e da quelle di Paesi con i quali le imprese italiane sono chiamate a competere; le bollette gas ed elettricità per i consumatori italiani continuano ed essere molto esposte alle escursioni dei prezzi petroliferi".

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