(...) fa da contraltare la posizione del presidente dei senatori Maurizio Gasparri. Che ha ricevuto da Gianni Plinio e Giorgio Bornacin anche tutta la documentazione relativa alle pagine locali del Giornale. E non ha esitato a intervenire con parole dure.
«Il taroccamento delle foto è la prova provata che nellantifascismo, accanto ai difensori della libertà, cerano anche coloro che volevano soltanto sostituire una dittatura con unaltra - attacca il senatore Gasparri - È un segno dellipocrisia della sinistra e dei sensi di colpa che si porta dentro. Se fossero persone trasparenti e rigorose non avrebbero avuto bisogno di usare alcun bianchetto». La giustificazione addotta da Burlando poi alimenta le convinzioni del presidente dei senatori Pdl. «Anche se fosse stato un gesto inconsapevole, confermerebbe il loro modo normale di agire - conclude Gasparri - Tutte queste cose ricordano molto da vicino lo stalinismo e ogni tipo di regime totalitario».
Sempre da Roma interviene anche Sandro Biasotti, candidato alla sfida con Burlando alle regionali del prossimo anno. Che reagisce alle dichiarazioni del governatore che prova a spostare lattenzione sulle precedenti manifestazioni del 25 aprile «sotto» la giunta Biasotti. «Sono sorpreso per le affermazioni di Burlando il quale per non rispondere sulla questione del manifesto "taroccato" accusa chi l'ha preceduto di non aver mai ricordato il 25 aprile - affonda - Per dovere di cronaca, segnalo che parteciperò alle commemorazioni del 25 aprile 2009 così come ho fatto negli ultimi anni credendo nei valori della Resistenza. La mia giunta ha sempre partecipato ufficialmente, con la presenza del Gonfalone, alle varie manifestazioni del 25 aprile. Inoltre ricordo ancora il 60° anniversario dell'Eccidio della Benedicta, cui ho preso parte, insieme al Presidente Ciampi, il 4 aprile 2004 a Bosio».
Poi laffondo diretto a Burlando e al suo atteggiamento. «Stupisce, ma forse non più di tanto, il modo di mistificare di Burlando - è la stoccata di Biasotti - Forse la mania di "tappezzare" la Liguria con spot di ogni genere, e non veritieri, sulla Regione Liguria, ha fatto perdere di vista l'onore che va dato alla verità.
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