Si parla di gay e in Regione è crisi didentità collettiva. O quantomeno imbarazzo. Le favole omosessuali magari non sconvolgeranno i bambini, come garantiscono i responsabili di Arcigay o Arcilesbica, ma gli equilibri politici e i giochi delle alleanze, quelli senza dubbio sì. Capita infatti che il centrodestra si scopra compatto contro la manifestazione organizzata alla biblioteca comunale per ragazzi e contro la pubblicizzazione di siti porno-gay rivolti ai bambini. Ma si scopra anche spaccato sulla strategia da adottare in battaglia, al punto che qualche consigliere fa persino finire a verbale stilettate contro qualche proprio collega di partito e di coalizione persino più velenose di quelle firmate dal centrosinistra. Scaramucce e battibecchi che si rivelano più clamorosi perché avvenuti in aula, a microfono acceso, ma che in realtà sono meno gravi di quel solco profondo che si è ancora una volta scavato allinterno della maggioranza di centrosinistra. Anche se poi contribuiscono, almeno nella coincidenza dei tempi, a far saltare il gruppo unico del Pdl.
Il Pd e i suoi alleati mostrano solo di saper indossare meglio maschera e costume, ma di fronte a questioni come il Gay Pride si scoprono irrimediabilmente nudi. Con una consistente parte moderata che evita accuratamente sia il dibattito in aula, sia la successiva votazione. (...)
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