Il taglio del nastro della madrina Ornella Muti conclude, poco dopo le 19, la sfilata del Gay Pride. Poi, a piazza Navona, cominciano gli interventi politici. Si andrà avanti fino alle 21 in un tripudio generale che annuncia lEuropride del 2011. Ma a quellora il grosso delle luccicanti Drag Queen in mise carioca è già bello che tornato a casa. Grosso stimabile intorno ai 200mila o pribabilmente meno, limando come al solito le cifre gonfiate fornite dagli organizzatori. Finisce così lennesima edizione della sfilata dellorgoglio omosessuale, un appuntamento ormai prettamente romano e che la città, complice la giornata da mare e forse rassegnata dopo una settimane di bizze gheddafiane, sembra ormai guardare più con indifferenza che con scandalo o curiosità.
Una kermesse carnevalesca incominciata nel primo pomeriggio sotto un sole insolitamente torrido per il periodo e concluso senza incidenti ma con levitabile azzardo del carro con la faccia di Papa Ratzinger. Si parte alle 14 da piazza della Repubblica con, in testa al corteo, la carta didentità formato gigante con su scritto: «Identità negate». In primissima fila lex deputato di rifondazione Vladimir Luxuria in abito lungo, nero e scollato. Accanto una corona di fiori colorati e lo striscione con lo slogan della manifestazione «Liberi tutti, libere tutte». Molti i carri allegorici. I più in vista sono l«Habemus Papi» e il «Camper Anticiarpame» che raccolgono il grosso dei fotografi. I carri, organizzati dal circolo Mario Mieli-Mucca assassina, «prendono spunto - fanno sapere gli ideatori - dalla recente attualità, in risposta a una politica che si permette di tacciare il Pride di volgarità e immoralità».
Prima di arrivare a piazza Navona alcune esponenti della comunità lesbica distribuiscono palloncini rosa alle donne con lo slogan «Libertà e giustizia, oggi spose». Sono parecchi gli occupanti dei carri «Famiglie arcobaleno- Associazione genitori omosessuali». La mise della sfilata è assolutamente libera. Molti sono in costume da bagno o in abiti succinti, anche perchè in città il termometro tocca i 31 gradi. Allombra.
Come detto, lunica nota stonata è il carro dinosauro con leffigie del Papa. Polemizza Enrico Folgori (Pdl) anche con Zingaretti: «Siamo alle solite, il presidente della Provincia Zingaretti è sempre in cerca di nuove passerelle mediatiche, questa volta però inneggiare alla lotta contro la discriminazione mentre al Gay Pride si fa bella mostra di striscioni contro il Santo Padre, non ci sembra esattamente lo specchio di un paese civile tanto anelato dalla sinistra. Ci sembra, invece, che oggi il Gay Pride stia mettendo atto altre forme di discriminazione che minano il cuore della libertà di pensiero e della democrazia». «Vogliamo dire che la presenza del Presidente della Provincia di Roma al Gay Pride - aggiunge Folgori - ci sembra il solito goffo tentativo di una sinistra, che anche su un tema cosi importante e serio come la discriminazione usa due pesi e due misure».
«Mi rivolgo ai poteri, da Ratzinger alla Carfagna, potete solo rallentare il nostro processo per lacquisizione dei diritti, ma non fermarlo» sentenzia Luxuria dal palco di piazza Navona. Prima del suo intervento canta «Over the rainbow», linno della manifestazione, spiegando che si riferisce «a una retata di polizia avvenuta nel 1969 negli Stati Uniti, alla quale seguì una rivolta considerata linizio delle lotte per la rivendicazione dei diritti gay». Luxuria ricorda i due gay picchiati di recente a Campo de Fiori. «Abbiamo smesso di sognare, ora abbiamo imparato a reagire alle violenze verbali e fisiche». Nel frattempo la parlamentare pidiessina Anna Paola Concia si scusa con i presenti: «Mi scuso a nome del mio partito, il Pd, perchè ancora non ha fatto la sua parte per i diritti degli omosessuali».
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