Paolo Giovanelli
da Milano
I provvedimenti per affrontare lemergenza gas verranno presi con un decreto dal Consiglio dei ministri straordinario che si terrà martedì prossimo, ma il ministro delle Attività produttive, Claudio Scajola, rassicura: non cè nessun rischio di black out. E pure la Commissione europea non drammatizza: «Tagli ai flussi di gas provenienti dalla Russia a causa delle basse temperature si sono verificati anche lanno scorso» ha detto il commissario allEnergia, Andris Piebalgs. Intanto però il presidente dellAutorità per lenergia, Alessandro Ortis, afferma che «le attuali riserve strategiche, come confermato dagli eventi climatici verificatisi lo scorso anno, e dai correnti problemi di sicurezza, si stanno rivelando insufficienti per sostenere adeguatamente (dal punto di vista commerciale e di continuità del servizio) la maggiore richiesta di gas stagionale».
Un allarme che comunque non sembra lanciato per limmediato anche se ieri lEni ha segnalato una riduzione del 12,2% delle quantità di gas fornite dalla russa Gazprom, pari a circa il 2% dellintero consumo nazionale. Sembra però che Gazprom sia «innocente». La colpa sarebbe degli altri Paesi collocati lungo il percorso del gasdotto, che sono stati autorizzati a prelevare un ammontare di metano leggermente superiore alla norma: tutto gas che non arriva allItalia, che si trova proprio in fondo al gasdotto. Senza contare che effettivamente Gazprom sta facendo fatica a estrarre il gas proprio per il clima rigido: anche lEni è stata costretta a sospendere le estrazioni nei giacimenti del Mar Caspio. E la stessa Russia starebbe facendo ricorso alle sue riserve di idrocarburi per far fronte allemergenza.
In questa situazione, Paolo Scaroni, amministratore delegato dellEni, ieri ha chiesto con urgenza in commissione Attività produttive della Camera che, ove possibile, le centrali elettriche utilizzino olio combustibile e non gas per produrre energia. Proposta che ha ottenuto lassenso sia dellad Enel, Fulvio Conti, sia di quello Edison, Umberto Quadrino. Conti ha spiegato che lEnel può alimentare a olio centrali con una potenza complessiva di 4mila megawatt, con un risparmio previsto di circa un miliardo di metri cubi di gas. Da parte sua Quadrino ha aggiunto altri 1.800 Mw «convertibili», che, sommati ad altre centrali di produttori minori, dovrebbero arrivare a dare un risparmio di altri 500 milioni di metri cubi. In tutto un miliardo e mezzo di metri cubi di gas consumati in meno.
Cè però un problema: lolio combustibile inquina di più. Quello senza zolfo sarebbe già stato praticamente esaurito dalle centrali che lo usano abitualmente, resta quello a basso tenore di zolfo e quello con molto zolfo. Bisognerà utilizzarli tutti e due, anche se il secondo è molto inquinante, perché non ce nè abbastanza del primo. Ma per farlo bisognerà attendere il via libera del ministero dellAmbiente, che dovrebbe arrivare prima del Consiglio dei ministri di martedì.
Altro problema è quello dei costi. Produrre energia con il gas costa circa 60 euro per megawatt, con lolio si arriva a 80: chi paga la differenza? Dallincontro al ministero delle Attività produttive «non cè stata nessuna indicazione» ha affermato Quadrino. E Ortis aveva sollevato il problema: «Si sa quanto costeranno queste operazioni? Non sarebbe bene fare anche un po di risparmio energetico?» aveva chiesto. Sembra che non abbia avuto risposta (potrebbe forse arrivare martedì).
Scaroni ha infine sottolineato che lEni è interessato a realizzare un impianto di rigassificazione che permetterebbe di aumentare limport.
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