Gb, si sposano in chiesa due preti anglicani gay

Peter Cowell e David Lord si sono scambiati i voti nella maniera più tradizionale. Il rito è stato officiato dallo stesso parroco. La cerimonia celebrata nello storico tempio di San Bartolomeo il Grande, dove è stato anche ambientato il film "Quattro matrimoni e un funerale"

Gb, si sposano in chiesa due preti anglicani gay

Londra - Si sono scambiati i voti alla maniera più tradizionale possibile. In chiesa, con tanto di canti, letture dei salmi ed eucarestia. Nella loro promessa si sono impegnati a stare insieme «in salute e malattia, in ricchezza e povertà, nella gioia e nel dolore finché morte non ci separi».

Un rito alla vecchia maniera senza digressioni di sorta se non guardiamo alla trasgressione principale: a convolare a nozze un mese fa, nella diocesi del vescovo di Londra, sono stati due preti anglicani dello stesso sesso.

Lo ha riportato ieri il Sunday Telegraph svelando un segreto che rischia di spaccare a metà la chiesa anglicana già fortemente combattuta al suo interno sul tema del clero gay. I due sposi si chiamano Peter Cowell e David Lord, stavano insieme già da lungo tempo e secondo quanto racconta il giornale, dopo aver ufficializzato il loro status civile in comune, si sono sposati nella chiesa di San Bartolomeo il Grande, con un rito a quanto pare neppure troppo riservato officiato dal parroco Martin Dudley.

In una delle chiese più antiche del Regno, già nota al pubblico internazionale per aver fatto da scenario all'esilarante film Quattro matrimoni e un funerale, si è svolto quindi il primo matrimonio tra preti omosessuali, un evento che infrange tutte le regole della chiesa anglicana che proprio su questo delicato argomento rischia di arrivare ad una vera e propria scissione internazionale.

Nell'apprendere la notizia comunque sembra che tutto il mondo religioso della Chiesa d'Inghilterra sia rimasto sotto choc. Nell'ala più conservatrice non sono state risparmiate parole di fuoco. L'arcivescovo d'Uganda monsignor Henry Orombi ha definito «blasfema» una simile cerimonia ed ha subito chiamato l'Arcivescovo di Canterbury chiedendogli d'intraprendere un'azione immediata per evitare agli anglicani di «disintegrarsi» completamente. «Ciò che più mi sconvolge - ha dichiarato Orombi al Telegraph - è che tutto ciò stia accadendo proprio nella Chiesa d'Inghilterra, la stessa che per prima ci ha insegnato la Dottrina. Le autorità hanno tentato di smentire la notizia, ma ora la verità è emersa. Il nostro rispetto verso la Chiesa verrà eroso a meno che non si ritorni agli antichi insegnamenti».

Va sottolineato che proprio perché non è ammesso, il matrimonio, che ha valore dal punto di vista civile, risulta nullo sotto il profilo religioso. Tuttavia la sua celebrazione ha creato una frattura seria nel mondo ecclesiastico anglicano. «Tecnicamente parlando non è un matrimonio - ha spiegato il reverendo Michael Scott-Joynt, vescovo di Winchester, potente figura conservatrice - ma il linguaggio usato è quello di una cerimonia nuziale. Questo chiaramente oltrepassa le linee guida ecclesiastiche e alimenterà le divisioni già presenti nella nostra comunità». Un passo provocatorio quindi quest'unione che il parroco Dudley sembra non aver avuto paura di celebrare nonostante fosse stato avvertito del polverone che l'evento avrebbe sollevato. «Siamo qui riuniti nel nome di Dio per unire questi uomini in un sacro legame di amore e fedeltà - ha detto Dudley aprendo la funzione matrimoniale - legami come questi ci mostrano il mistero dell'unione fra Dio e il suo popolo, fra Cristo e la Chiesa».

Un mistero che molti suoi colleghi fanno però fatica a digerire e che rischia di riaprire la «guerra» interna che tormenta la Chiesa anglicana fin dal 2003, quando l'omosessuale Gene Robinson venne nominato vescovo del New Hampshire fra mille polemiche (quest'ultimo si è peraltro appena sposato civilmente la scorsa settimana a New York) e Jeffrey John, che stava per essere nominato vescovo di Reading fu costretto a dare le proprie dimissioni.

A notizia divenuta pubblica, la patata bollente passa ora d'autorità al leader della chiesa Anglicana d'Inghilterra, l'Arcivescovo Rowan Williams, noto per il suo

carattere indomito e le sue posizioni anticonformiste. Sicuramente sarà chiamato a dare spiegazioni su quanto accaduto nel prossimo vertice dei vescovi convocato nella sua residenza a Lambeth Palace nelle prossime settimane.

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