Il ceffone rimediato da Standard&Poors la scorsa settimana ha dato una scossa allAmerica. Non era del resto mai capitato agli Usa di veder messa in dubbio lintangibilità della tripla A in assenza di azioni di risanamento dei conti. La presa di coscienza che il deficit federale «è insostenibile» e che rischia di «danneggiare la crescita», come ieri ammesso dal segretario al Tesoro, Tim Geithner, è dunque un primo passo in avanti. Le parole tuttavia non bastano. Servono misure urgenti, e quindi unintesa da parte del Congresso. Geithner è fiducioso: «Le possibilità che i repubblicani e i democratici raggiungano un accordo su come procedere sono maggiori oggi di quanto non lo fossero 10 anni fa».
Se lobiettivo è quello di riportare il disavanzo sotto il 3%, una percentuale che rimanda al parametro-chiave di Eurolandia, la strada che si profila è lunga e piena di ostacoli. Questanno il rosso dei conti dovrebbe attestarsi infatti al 10,8%, dopo il 10,6% del 2010, mentre la montagna del debito pubblico supererà a metà maggio il tetto imposto dalla legge di 14.300 miliardi di dollari, costringendo il Congresso a rialzare la soglia massima. «Sono completamente certo - ha detto Geithner - che faranno tutto il necessario. Non possono trascinarci troppo vicini a giugno, troppo vicini al baratro. In un momento come questo non si può lasciare la gente con la preoccupazione che sprecheranno tempo».
Superata lemergenza, ci sarà comunque bisogno di un ruolino di marcia con cui fissare i punti essenziali per cominciare lopera di risanamento del bilancio. «La cosa più difficile da fare - ha spiegato il ministro del Tesoro - è arrivare a una struttura legislativa che includa ragionevoli riforme per riportare il deficit a livello sostenibile». Geithner vuole però evitare lerrore commesso durante la crisi, cioè «quello di ridurre il bilancio in modo veloce invece che in modo graduale». Meglio invece contrattare unampia struttura che includa «riforme pluriennali» sui tagli di spesa e che «non stravolga» i programmi a lunga scadenza del governo per rilanciare leconomia. La strategia di indebolimento del dollaro, peraltro già svalutatosi del 6,5% circa dallinizio dellanno rispetto alle divise dei principali partner commerciali, «non verrà mai adottata, almeno fino a che io occuperò questa carica. Il dollaro forte è nel migliore interesse del Paese».
Questa sera lattenzione sarà comunque tutta concentrata sul nuovo modello di comunicazione della Federal Reserve, che per la prima volta terrà una conferenza stampa al termine della riunione del Fomc (il braccio operativo di politica monetaria). Una novità nel segno della trasparenza fortemente voluta dal presidente Ben Bernanke, pronto a sottoporsi alle domande della stampa a partire dalle 20,30 in Italia. Lannuncio sui tassi (destinati a restare invariati tra 0 e 0,25%) e il comunicato del Fomc verranno anticipati alle 18.30.
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