La Gelmini parla di scuola in tv Per l’opposizione non può

da Milano

Ripartono in tv i contenitori pomeridiani della domenica; discutono, come è ovvio, dei temi di maggiore attualità; ospitano, come è logico, i ministri che si occupano dei temi trattati, e a farne le spese, come logico non è, sono i ministri stessi, bersaglio di polemiche da parte dell’opposizione. Ieri, nel mirino sono stati il ministro della Funzione Pubblica Renato Brunetta (intervenuto a «Domenica in» su Raiuno, ma soprattutto il ministro dell’Istruzione Mariastella Gelmini, «rea» di aver accettato l’invito di Canale 5 a «Questa domenica».
Il ministro Gelmini si è detta lieta di potere controbattere alla «cattiva informazione» dilagante a proposito dei contenuti della riforma. E ha ribadito che maestro unico non significherà addio al tempo pieno o allo studio di materie quali l’inglese. Non solo. Ha parlato anche di bullismo, e ha annunciato che nel 2010 ci saranno novità per la maturità. Insomma, una normale intervista.
Apriti cielo. Dal fronte del Pd e dell’opposizione è stato un fuoco di fila di attacchi per la presunta mancanza di contraddittorio. Per tutti Giorgio Merlo (Pd), presidente di turno della Commissione di vigilanza Rai: «Evidentemente, dopo il maestro unico, per il ministro Gelmini inizia anche l’era del confronto unico, senza contraddittorio». E il senatore Fabrizio Morri (Pd), membro della stessa commissione: «È evidente che l’invito di Berlusconi a non andare in televisione si riferiva con ogni probabilità a quelle trasmissioni dove c’è qualcuno che fa delle domande e magari dove c’è anche qualcuno che non la pensa come il Pdl».
Rilievi cui ha replicato Giorgio Lainati (Pdl), anche lui componente della Commissione di vigilanza: «Milioni di italiani hanno ancora in mente la presenza dilagante dei numerosissimi ministri di Prodi apparsi su tutte le reti televisive e in tutti i programmi possibili pubblici e privati nei due anni dell’ultimo governo di sinistra.

Questi signori della sinistra vivono in un clima permanente di avversione nei nostri confronti e si inventano continuamente clamorose bufale pur di attaccarci senza alcun motivo ma con il solo obiettivo di creare inesistenti tensioni».

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