Non ti dà nemmeno tempo di finir di dire «buongiorno sono del Giornale chiamo per lintervis...» che lui ti travolge come un fiume in piena. Paolo Brosio, giornalista di professione, predicatore per vocazione. Da quando in una notte di alcol, canne, donne, trasgressione «quella che ti fa male», è stato fulminato come San Paolo sulla via di Damasco, si dedica anima e corpo a una donna sola, la Madonna, quella di Medjugorje. Domenica pomeriggio Brosio sarà a Genova per un incontro organizzato dai gruppi di preghiera della Regina della Pace di Genova e della Liguria. Nella Chiesa della consolazione di via XX Settembre il giornalista parlerà della sua conversione. Prima, alle 15.30 verrà recitato il Rosario e a seguire, alle 18 ci sarà la Messa. E per Brosio, lesperienza genovese è foriera di ricordi.
«Sono così contento di venire a Genova, è una città che amo tantissimo. Ci sono arrivato presto, dopo aver iniziato come giornalista alla Nazione e ho lavorato al Secolo XIX con tanti colleghi che ricordo con affetto. E poi le vacanze a Courmayeur dove tanti genovesi hanno la seconda casa... È così bello quando torni in un posto dove cè tanta parte della tua vita...».
Magari anche qualche ex fidanzata.
«Ah, sì a Genova cera Fabiana (Taraschi ndr)... ci siamo voluti anche bene, lei ha iniziato a fare la giornalista perché voleva fare tutto quello che facevo io. Ma a Genova me ne ricordo anche unaltra di ragazza. Ai tempi del liceo. Si chiamava Maria, abitava in corso Italia. Bellissima anche lei con i capelli neri e gli occhi chiari».
A Genova vieni a parlare di fede. I maligni possono pensare che tutta la storia della conversione sia una manovra per vendere libri, farsi pubblicità.
«Mah, io su queste persone ho forti perplessità. Quella benedetta notte io avevo tre contratti Mediaset già firmati, dieci ospitate a Controcampo, dieci prime serate a Stranamore. Che bisogno avevo di fare di più? Capirei se io non avessi mai lavorato, ma io continuo a fare il mio mestiere di giornalista tv. Sai cosa dico a queste persone? Che prego per loro».
Cosa ti chiede la gente?
«Sono sempre impressionato da chi mi avvicina e mi chiede tante cose. Cè tanta attenzione verso di me, sia da parte dei credenti sia dei non credenti. Io capisco anche questi ultimi perché io stesso sono stato trentanni lontano dalla Chiesa. Ero credente, sì, ma con la fede tiepida. Come ce ne sono tanti».
Come si cambia?
«Io in quella notte in cui vivevo divagazioni criminali, in un modo che attentava alla mia stessa vita, non ne potevo più e dal cuore mi è venuta unAve Maria».
E poi?
«Era dicembre, il 2 febbraio sono partito per Medjugorje. Ed è quello che continuo a fare per portare avanti importanti progetti umanitari. Stiamo organizzando per il prossimo primo giugno un viaggio di 4 giorni in Bosnia Erzegovina per assistere alle visioni di Miriana, la veggente che ogni 2 del mese ha un contatto con la Madonna. E proprio durante uno di questi voli, l8 dicembre scorso, sullaereo è successo qualcosa che stiamo ancora verificando e che sarà probabilmente il titolo del mio prossimo libro».
Cosa?
«Lo dirò a Genova domenica».
Un miracolo?
«Non possiamo affermarlo senza aver finito le verifiche: è qualcosa di stupefacente che riguarda una famiglia ligure. Un fatto clamoroso... pazzesco. Di quelli per cui si dice che non ci sono spiegazioni logiche».
I pellegrinaggi che organizzi hanno anche uno scopo umanitario.
«Certamente. Chi verrà con me pagherà 800 euro e 275 di questi andranno in beneficenza allorfanotrofio di Suor Cornelia dove vivono 116 bambini. Lobiettivo è quello di costruire un collegamento tra lorfanotrofio e la casa per anziani che ne ospita 60 e che vorremmo mettere in comunicazione. Lidea di Suor Cornelia, che io ho sposato in pieno, si chiama progetto nonni-nipoti. Si tratta di raccogliere i soldi per costruire un edificio di collegamento tra i due per consentire ad anziani e bambini di stare insieme il pomeriggio a fare i compiti o raccontare storie».
Chi vuol partecipare al viaggio di giugno cosa deve fare?
«Chiamare il tour operator Green Center a Perugia (numero 0755279862) o il cellulare di Gianni, il mio collaboratore, 3387428498.
«A Genova vi svelerò il miracolo che riguarda una famiglia ligure»
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