«Chi non va a votare dà il voto a Doria»

«Chi non va a votare dà il voto a Doria»

«Sto imbustando lettere per i miei elettori, una ad una. È un lavoro veramente massacrante. Mia moglie le infila nelle buste con i santini».
Stefano Balleari, consigliere comunale uscente del Pdl, ora in corsa per Vinai sindaco e per un posto a Tursi. Che chanche ha il centrodestra a questa tornata elettorale?
«Spero e penso che si vada al ballottaggio. L’elettorato di centrosinistra non è così coeso con Doria. C’è Grillo che erode voti a tutti, ma più al centrosinistra. Nel 2007 l’allora candidato Vincenzi, era chiamata “SuperMarta” perché aveva stravinto le primarie. In realtà ottenne il 51%. Oggi è diverso. Il calo dell’elettorato sarà più forte al centrodestra: chi non va a votare, dà il voto a Marco Doria».
Quanto pesa per voi il fatto di essere partiti tardi?
«Vinai sta recuperando. Il ritardo non è stato dovuto a lui, ma a beghe “familiari”. Abbiamo buone possibilità, ci stiamo impegnando tutti, non dico “pancia a terra”, espressione di Bersani, ma con coltello tra i denti, lancia in resta, questo sì».
E al ballottaggio?
«L’avversario più temibile è sempre Doria. Spero che da Vinai confluiscano Musso e la Lega».
Come sta andando la sua campagna elettorale?
«Ne ho fatta una low profile, nessuna affissione, né a pagamento, né gratis. Molti santini, vado a molti incontri che mi organizzano gli amici, per prima cosa prendo contatto con le persone. Frequento mercati, negozi, mi presento. Vado da loro e chiedo sostegno».
I suoi punti di forza?
«Sono abbastanza sicuro di aver lavorato bene in questi cinque anni, sempre presente in consiglio con il 100% delle presenze. Le persone gradiscono, nonostante dovrebbe essere la normalità. Per me lo è, ma visto lo scenario, è un’eccezione. Il mio numero di cellulare è sempre lo stesso, lo do a tutti: in 5 anni ho agito soprattutto per conto di cittadini. Questo penso possa premiarmi, non racconto frottole. La sincerità e la trasparenza pagano sempre».
Cosa dice sua moglie?
«È contenta, vede che a me appassiona. Poi mi dice “chi te lo fa fare”, certo. Dal 2007 ad oggi sono cambiate le cose, cinque anni fa avevo fatto i banchetti per strada, la gente si fermava. Questa volta ho raccolto firme per le liste e ho ricevuto molti insulti per la politica in generale.

Ci terrei a ricordare quello che ha detto Alfano di Vinai, “non si è mai visto un uomo disonesto diventare un politico onesto, mentre si è visto un uomo onesto diventare un politico onesto”. Credo ancora ci sia questa possibilità. La differenza sta nell’essere onesto, non politico».

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