«Tutti vogliono viaggiare in prima» canta Ligabue in uno dei suoi brani di maggior successo. Anche gli amministratori comunali di Chiavari, a quanto pare, non fanno eccezione. Già, perché in consiglio passa il regolamento per la disciplina di viaggi e missioni a carattere istituzionale. E tra le postille che più fanno arrabbiare parte dell'opposizione c'è il rimborso «di viaggi in treno, aereo e nave nel limite del costo del biglietto di prima classe o equiparate».
Giorgio Canepa, consigliere di Partecip@attiva, insorge: «Non lo trovo giusto». Valeria Leoni rincara la dose: «Si deve viaggiare in seconda classe, se uno vuole spostarsi in prima paga la differenza».
La maggioranza trova un insospettabile alleato tra i banchi dell'opposizione in Roberto Rombolini, al debutto in aula dopo l'impedimento giudiziario di Vittorio Agostino: «Non deve essere visto come un privilegio, ma anzi un modo in cui l'amministratore può trovare la giusta concentrazione in vista dell'incontro istituzionale, magari per esaminare con più calma i documenti che gli servono per compiere la missione. E poi, diciamoci la verità, la differenza tra le due classi è poca, la prima è solo meno affollata», osserva Rombolini anticipando il suo voto favorevole.
Il sindaco, Roberto Levaggi, è sbigottito: «Trovo surreale si discuta di queste cose, si parli piuttosto del taglio ai mille parlamentari. I comuni sono sempre i più bistrattati. Alcuni mesi fa - racconta il primo cittadino - mi sono recato a Roma per il Tribunale: mi sono pagato tutto e non lo trovo giusto. Credo infatti che consentire ad un amministratore di rappresentare degnamente il proprio Comune sia il minimo: qualsiasi azienda dignitosa si vede da come manda in giro dirigenti e dipendenti».
Come a dire: «Dimmi come viaggi e ti dirò chi sei». Non solo. All'interno del regolamento c'è un vero e proprio tariffario, con tanto di budget da non sforare se si vuole essere rimborsati per intero: 184 euro di spesa massima giornaliera per viaggi fuori sede con pernottamento; 52 euro per missioni fuori città di durata superiore a 6 ore; 28 euro (58 se si include anche il pasto), per missioni inferiori a 6 ore e in luoghi distanti almeno 60 chilometri dalla sede di appartenenza.
Un tetto che non piace a tutti e contestato dal consigliere Leoni: «Più che inserire una spesa massima, bisognerebbe specificare che si rimborsa il pasto fino a 35 euro e il pernottamento in un albergo di massimo 3 stelle».
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