La città democratica distrugge ancora la targa sulle foibe

Chiamasi bullismo, vandalismo, semplicemente ignoranza. O concreta violenza politica. Resta comunque un fatto: la storia si ripete. Una storia che offende la memoria, quella dei giardini Cavagnaro a Staglieno dove è stata spaccata a picconate la targa commemorativa delle vittime delle foibe. E mentre l'Italia rievoca i massacri perpetrati per motivi etnici e politici, ai danni della popolazione italiana della Venezia Giulia e della Dalmazia durante la seconda guerra mondiale e negli anni che seguirono, c'è chi si ostina a distruggere una verità che fa male, appiccicando anche con alcuni volantini, scritte farneticanti sulla veridicità di un capitolo davvero tanto triste della nostra storia. A denunciare l'episodio è Paolo Aimé consigliere del Pdl nel municipio della Media Valbisagno che racconta l'incresciosa scoperta: «Sabato 9 febbraio ho constatato personalmente il grave atto contro la targa dedicata alle Vittime delle foibe, ossia la totale distruzione della lapide e il relativo imbrattamento. È stata anche cancellata con vernice nera la scritta sul cartello bianco che indicava i Giardini Vittime delle foibe».
Qualche giorno prima (il 7 febbraio) lo stesso consigliere aveva partecipato alla cerimonia del «Il Giorno della Memoria», svolta presso il cippo dei giardini Cavagnaro per ricordare le vittime gettate negli inghiottitoi carsici, insieme a Radmann vice presidente vicario dell'associazione nazionale Venezia Giulia e Dalmazia, alcuni nativi delle zone della tragedia, al consigliere comunale Paolo Gozzi e ai colleghi di municipio Emilio Pasquarella (Pd) e Sergio Pagnoni dell'Idv. «Un atto criminale - aggiunge Aimè -. Il fatto in questione rappresenta oltre che un'azione deplorevole e vile verso le vittime delle foibe, anche una totale mancanza di rispetto per i morti. E chi compie atti del genere non rispetta neanche se stesso». Rassegnazione e rabbia espressa anche dai residenti, che non riescono a vivere adeguatamente i giardini Cavagnaro, sempre in balia dei vandali. L'appello che arriva dal consigliere Aimé diventa quasi una preghiera: «Mi rendo conto che sia difficile controllare costantemente un territorio così vasto come la Media Valbisagno, ma sono in tanti a chiedere che questo atto criminale di vandalismo, già ripetuto negli anni, sia oggetto di uno sforzo di indagini per assicurare alla giustizia i responsabili. Chiediamo una preventiva verifica della funzionalità delle videocamere di sorveglianza situate nei giardini, e se necessario, l'integrazione di altre videocamere».
Gianni Plinio, vice coordinatore metropolitano del Pdl, chiosa sull'episodio: «È un atto gravissimo e vegognoso! Spero che il sindaco Doria voglia condannare il fatto, far ripristinare la targa al più presto e presenziare alla sua riapposizione». Che non faccia cioè come il suo collega spezzino Federici, che l'anno scorso aveva promesso un monumento alle foibe anche nella sua città. «Aveva detto di voler affrontare il passato scomodo della sinistra italiana - lo attacca oggi Maria Grazia Frijia, consigliere comunale Pdl -. Ovviamente la promessa non è stata mantenuta, ma per le celebrazioni della Resistenza sono stati stanziati da anni 160mila euro».

Intervengono anche Mario Troviso di Forza Nuova definendola «un'azione vile che denota come sia in atto una guerra civile voluta dalla sinistra estrema» e Paolo Boz de La Destra che parla di «manipolo di ignoranti e violenti».

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