Può un gruppo di dieci ragazzini tenere sotto scacco un bene pubblico, sfruttato principalmente da bambini? La risposta, purtroppo, è sì. Accade a Quinto, nei giardinetti di via Fabrizi, in prossimità del comprensorio scolastico Palli - Fabrizi - D'Eramo. Gli aguzzini di questo spazio verde sono dei teppistelli di quattordici, quindici anni al massimo, che - indossando perfettamente le vesti della peggio gioventù - si divertono a sporcare, sfasciare e rovinare tutto quello che trovano nei giardinetti. Senza dimenticare il disagio che provocano a chi vorrebbe, con sacrosanto diritto, usufruirne per fare giocare i propri bambini.
La storia di questi attacchi in via Fabrizi è arcinota agli abitanti della zona che ciclicamente hanno a che fare con questi bulletti. «Sono sempre gli stessi che vengono qui per fare casino, magari dopo essersi fumati anche qualche canna - ha sbottato una mamma con due bimbi, uno di sette anni, l'altro ancora nel passeggino -. Qualche volta abbiamo provato a invitarli ad andarsene con le buone maniere, ma di contro abbiamo sempre ricevuto insulti e offese, come se sapessero che per quanto ci possiamo lamentare nessuno avrebbe mai fatto loro niente».
La sensazione che possano provare questi ragazzini è infatti quella dell'invulnerabilità, come se si sentissero intoccabili nel manifestare il loro disagio attraverso il vandalismo. Eppure ogni tanto i vigili sono stati chiamati per risolvere le situazioni più tese, ma una volta sul posto non hanno potuto far altro che catechizzare questi bulli e invitarli a non perseverare. Con scarsi risultati vista la continua ciclicità di episodi analoghi.
Ad aggravare la situazione ci sono due elementi importanti: il primo è la presenza all'interno di questi giardinetti di un comprensorio scolastico che comprende una scuola materna e che quindi fa orbitare centinaia di bambini nella zona. Il secondo è la manutenzione dello spazio verde, curata da due cittadini della via - Salvatore Trotta e Guido Rodi - che nel 2004 hanno deciso di prendere in adozione l'area, occupandosi quindi di mantenerla in ordine e di ripulire ogni volta il degrado che trovano.
«Noi ci occupiamo a 360 gradi di questi giardinetti, dalla chiusura dei cancelli la sera fino alla pulizia e la cura del verde - ha spiegato Salvatore Trotta -. Purtroppo questi episodi di vandalismo da parte dei soliti ragazzini, ormai noti, si susseguono con regolarità. Da parte mia ho sempre provato il dialogo, evitando di coinvolgere le forze dell'ordine, ma il problema è che di fronte ho dei sordi che non vogliono sentire e continuano nelle loro scorribande come se fossero intoccabili».
Paradosso di questi giardinetti, all'interno dei quali confluiscono tanti bambini oltre che per la scuola anche per la presenza di un campetto pubblico, merce rara al giorno d'oggi in città, sono i cartelli che segnalano la presenza di videocamere. Sui muri della scuola sono infatti affissi diversi avvisi che segnalano la videosorveglianza h24 dell'intera area circostante l'edificio scolastico. Piccolo particolare: non esiste nemmeno una webcam da pochi euro.
La Genova, orgogliosamente, città dei diritti, si trova quindi di fronte all'ennesimo caso di un gran numero di persone per bene che devono subire la violazione del proprio sacrosanto diritto di usufruire di un bene pubblico per colpa di pochi vandali, ai quali sarebbe più utile ripassare i manuali di Educazione Civica, in particolare alla voce «doveri del cittadino».
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