il dibattito dei lettori

2 CONFRONTI

Che diversità di funerali

tra don Andrea e don Puglisi

Caro Lussana, ho letto con attenzione l'articolo «Gli intolleranti della tolleranza» e il commento di Maurizio Caverzan «Due preti di strada Ma uno faceva opere l'altro polemiche». Il primo articolo mette, giustamente, in evidenza quanto siano stati assurdi e irrispettosi i fischi, i cori ed i pugni chiusi nell'addio a don Gallo oltre ad aver assistito anche ad un comizio di fanatici (tra cui anche un sacerdote: don Ciotti) oltre ad interrompere l'omelia del Cardinale Bagnasco con il canto di Bella ciao.
Nel commento di Maurizio Caverzan (ottimo giornalista) viene messa in evidenza la differenza di comportamento di quanti hanno partecipato alla cerimonia per il martire di Cosa Nostra Padre Pino Puglisi e quelli presenti al funerale di don Gallo.
Il titolista (o lo stesso autore) hanno sintetizzato benissimo le differenze tenute dai partecipanti ai due riti: ideologia contro Fede, presenzialismo contro testimonianza. I riti di ieri rispecchiano le vie opposte percorse da Gallo e da Puglisi. Caverzan termina il suo pezzo con questa domanda: che fosse lui il vero rivoluzionario? A me sorge spontanea la risposta: sì perché metteva in pratica il Vangelo! Ha messo in pratica quanto predicato da Gesù Cristo che ha sacrificato la vita per tutti gli uomini per riconciliarli con il Padre. Pensava da cattolico e non aveva assolutamente legami con i «sinistri» di qualsiasi risma.
Luigi Grondona
2 FIGURA CONTESTATA

Io, novantenne, non apprezzo

tutte le lodi che ho sentito

Caro Massimiliano, chi ti scrive è un novantenne. Non so quanto tu sia disposto a pubblicare questa mia grondante opposizione alla smancerose, sperticate lodi e gratificazioni attribuite a quella figura di prete anarchico fondatore della comunità di San Benedetto al Porto, costituita da prostitute e viados battenti i marciapiedi, protettrice di energumeni dei centri sociali, di violenti oppositori No Tav (come evidenziato dalla insegne chiaramente esposte durante il funerale) e dalla feccia dei camalli portuali. Ed a conferma di tutto ciò io invito chiunque a farsi una passeggiata a S. Benedetto dopo le 21 (ma consiglio di farsi accompagnare dalle forze dell'ordine) e qualora lasciassero la propria auto incustodita stiano pur certi che ritroverebbero quanto meno svaligiata o addirittura in pezzi.
PL
2 UN PENSIERO A BAGET BOZZO

Anche per don Gianni

tanti contrasti marcati
Fra le tante cose che si possono dire di Genova dovrebbe pure essere compresa quella secondo cui questa città, nel bene e nel male, è tipica per i contrasti spesso marcati e stridenti.
Se ne può avere una dimostrazione dal mettere a confronto le esequie di due sacerdoti cittadini entrambi di notorietà nazionale. Quelle, per intenderci, da poco celebrate di don Andrea Gallo e le altre di qualche anno fa, di don Gianni Baget Bozzo.
Per le prime citate ci sarebbe da fare più di un amaro commento circa il modo in cui si sono svolte, preferendo di non aggiungere altra carne indigesta al fuoco. Per un ultra ottantenne, cristiano all'antica, come nel caso di chi scrive, si potrebbero configurare i presupposti per dare luogo ad una... riconsacrazione della Chiesa del Carmine dove le esequie si sono tenute. In merito a quelle che le avevano precedute di don Gianni Baget Bozzo, il confronto è sconfortante al massimo e come più sopra detto stridente e marcato. Il livello fra i due sacerdoti genovesi è stato a dir poco abissale e non ci sembra il caso di specificare chi sia stato il favorito. E dire tuttavia che due cose in comune essi le hanno avute. Già negli anni della loro giovinezza una di queste è stata aver preso parte alla Resistenza. Non ci sembra di ricordare che ai funerali di don Baget Bozzo, ci sia stato qualcuno che inalberasse una bandiera dell'Anpi e men che meno qualche altra distintiva di gruppi... anarchici. Forse nemmeno un tricolore che attestasse di don Gianni quel suo lontano passato di patriota e antifascista. L'altra situazione che ha accomunato i due uomini di chiesa è stata rappresentata da un venir meno del... «gradimento», per le loro collocazioni in ambito politico, da arte dell'allora arcivescovo di Genova il cardinale Giuseppe Siri. Se la memoria non mi fa difetto, proprio il porporato più illustre della Superba era arrivato ad affidare a don Baget Bozzo la cura del prestigioso periodico cattolico Renovatio. La divaricazione che si è andata registrando nel vissuto di entrambi i sacerdoti di cui trattasi, è consistita nel fatto che don Andrea Gallo si è sempre apertamente dimostrato come un ultra comunista (saluto a pugno chiuso, sciarpe rosse sbandierate, canti non... liturgici durante la Santa Messa, ecc. ecc.). Per quanto invece ha riguardato don Baget Bozzo la sua posizione politica era di ascriversi come vicina agli ideali del socialismo riformista, tanto per taluni «imperdonabile», soprattutto fra i nostalgici dell'era staliniana, è stata quella di aver assolto ad un incarico di consigliere storico e politico nientemeno che di Silvio Berlusconi. L'aver scelto da intellettuale di appoggiare gli orientamenti socialisteggianti del movimento antagonista, gli eredi dei Togliatti, dei Paietta, dei Longo e dei Cossutta, ha fatto tornare alla mente quanto ebbe ad asserire l'autorevole membro del soviet supremo Boris Ponomariev (incaricato del controllo sull'operato dei partiti «fratelli») con un suo articolo uscito sulla Pravda con il quale erano impartite le direttive di emanazione staliniana qui di seguito riportate: «Si dovranno usare le truppe organizzate del movimento operaio per bloccare in tempo le forze di destra dei partiti socialisti, cani sanguinari della borghesia, per evitare che possano continuare la loro politica di oppressione e di divisione delle forze democratiche». Sembra di capire che di quelle «raccomandazioni» perentorie si sta continuando a tenerne conto anche ai giorni nostri, come se più di un sessantennio non fosse trascorso. C'è da domandarsi: «Ma chi sarebbero i progressisti e chi i conservatori?».
Cav. Luigi Mori
Pubblicista. Già consigliere nazionale dell'Anpc (Associazione partigiani cristiani)
2 IL PARERE

Le esequie hanno svelato

l'ideologia che era nascosta
I funerali di Don Andrea Gallo hanno dimostrato ancora una volta il volto ideologico più che pastorale del sacerdote mancato. La Chiesa del Carmine è stata trasformata in teatro politico di ispirazione ateo-marxista dove le varie omelie venivano interrotte dal canto di «Bella ciao». La presenza di personaggi particolari hanno maggiormente offeso la sacralità del funerale che, secondo la volontà dello scomparso, dovevano essere di una semplicità francescana. Un funerale che invece si è trasformato in una manifestazione dei centri sociali, gruppi anarchici, Arcigay, Arcilesbiche e organizzazioni marxiste, una profanazione della stessa Chiesa. Forza Nuova deplora tutto ciò ritenendo che quello che è accaduto è figlio della Chiesa post-conciliare che ha aperto le sue porte al liberalismo e al marxismo, due filosofie che hanno alla base il relativismo che ha distrutto tutti quei Valori della Tradizione che sono alla base della vita di una Nazione. Una vergogna che certo non da lustro alla città di Genova e al Clero cittadino, una dissacrazione di una Chiesa che nei confronti di Don Gallo si è sempre dimostrata debole e complice non prendendo nessuna posizione nei suoi confronti, lui che ha sempre rappresentato i disvalori del comunismo piuttosto che i Valori Cristiani
Forza Nuova Genova
Segreteria provinciale
2 FOTOGRAFIE DA NON FARE

La comunione a Luxuria

contro ogni privacy

Caro Lussana, parliamo del funerale, nella cattedrale di San Lorenzo a Genova, del cosiddetto «prete di strada», don Andrea Gallo. I soliti fuori di testa che si fanno sentire, perché «interpretano» l'omelia dell'officiante cardinal Bagnasco a loro uso e consumo. Il colmo: i fotografi che fanno a gara per riprendere l'ostia che il cardinale porge a Wladimiro Guadagno in arte Luxuria. La tanto declamata privacy che se n'è andata a fare non i soliti classici quattro passi.
Luigi Fassone
2 PUNTI DI VISTA

La città si è svegliata

un po' più sola

Genova si è svegliata. Un po' più libera. Un po' più sola. Molto più pericolosa.
2 L'ANALISI

L'arma della Chiesa

è il rosario, non la politica

In queste ore ho cercato di farmi un'idea su quello che i fatti indicano essere stato Andrea Gallo.
La Chiesa mette in guardia dal peccato e lo condanna, ma contemporaneamente accoglie il peccatore con amore e comprensione donandogli attraverso i Sacramenti nuova vita e rinnovata speranza. Andrea Gallo è sembrato, tutte le volte in cui gli è stato possibile, esaltare tanto il peccato quanto il peccatore, condividendone le azioni anche quando finalizzate all'offesa verbale e fisica del prossimo. La Chiesa cerca di offrire la parola di Gesù che porta alla vera pace, quella del cuore, da cui consegue quella fra gli uomini.
Andrea Gallo è sembrato spesso parlare di pace alimentando odio, discordia ed intolleranza.
Ed è per questo, credo, viene così glorificato negli ambienti cattocomunisti, di estrema sinistra ed atei della nostra città: niente di meglio per costoro riconoscere infatti in lui lo strumento per cercare di scardinare l'Istituzione Chiesa dal suo interno. Ma la Chiesa, nonostante gli errori di tanti preti o presunti tali, resiste nel suo compito da duemila anni.


Andrea Gallo ha fatto anche del bene a modo suo, ma apparentemente come una Ong, non come Chiesa.
Mi sembra infine che le armi «del prete di strada e degli ultimi» non siano tanto la sciarpa rossa ed il pugno chiuso quanto la corona del Santo Rosario.
Carlo Martelli

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