Eros e Tullio, ragazzi irresistibili

Il ritorno insieme di Eros Pagni e Tullio Solenghi per chiudere con «I ragazzi irresistibili» le produzioni dello Stabile di quest'anno. Una stagione che si sta concludendo molto bene a sentire le parole del direttore Repetti che vanta la chiusura del bilancio in pareggio, che è ben la 12ª di fila. Si chiude questa stagione con una risata, ma attenzione, smentiamo la sciocca tradizione che vuole i testi di Neil Simon leggeri. Simon non è un autore comico, ma un autore tout court e per questo degno di entrare a tutti gli effetti nel repertorio classico di un teatro stabile. «Bella avventura e magnifica commedia - dice Marco Sciaccaluga regista di questa messa in scena - che racconta di due star del music hall americano che non recitano più insieme per una rottura radicale dei loro rapporti. La storia di un grande odio che ha occasione di essere riaccesa per proporre in televisione lo sketch che li rese entrambi celebri. La storia di una relazione umana impossibile ma indispensabile da cui viene fuori una metafora struggente: scoprire che è la vita intera ad essere uno sketch». Lo spettacolo che sarà alla Corte dal 3 aprile fino al 24 ha la traduzione italiana di Giuliana Manganelli e propone la commedia scritta da Simon nel pieno della sua maturità espressiva. Un successo quello del 1973 che trovò anche la via dello schermo sia cinematografico nel 1975 con Walter Matthau e Georges Burns, sia televisivo nel 1995 con Peter Falk e Woody Allen. «È un incontro interessante questo con Neil Simon - dice Pagni - un autore che ci sta dando del filo da torcere, ma ci si diverte. Per di più è un piacere lavorare nuovamente con Tullio, che stimo sia come uomo che come professionista». Stesse parole di affetto anche da parte di Solenghi verso il compagno più «vecchio». «Ho iniziato la mia carriera con Eros - dice l'attore - l'ho spiato per anni accorgendomi poi che anche lui faceva lo stesso con me. Eros è un monolite, un attore diderotiano, un talento naturale. Lo ricordo giocare a carte con la sarta prima di andare in scena in Madre Courage e poi con naturalezza affrontare il suo ruolo con la drammaticità richiesta». A fianco di questi due grandi altri beniamini della compagnia del teatro genovese: Massimo Cagnina, Mariangeles Torres, Marco Avogadro e Pier Luigi Pasino, tutti pronti in questa nuova prova che porta una rivalsa del teatro «leggero».

Una comicità che fa riflettere confermano gli attori in coro, una dialettica fra il teatro e la vita, in cui non viene spiegato nulla ma di cui si capisce tutto. Una sfida e una vittoria insieme questa dello Stabile, del resto si sa, far ridere non è facile. «Chi fa lo scemo per gli altri deve essere uno scemo scienziato!» chiude sapientemente il loro regista.

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