La politica può entrare in chiesa? Eccome, a patto che si metta in coda. O che venga usata per quello che deve essere lo scopo principale di un sacerdote. Perché comunque anche il governo Monti, quello tanto apprezzato e osannato da tutti, è fragile, effimero, destinato a sbriciolarsi. «L'unico governo stabile? La parola di Dio». Lo ricorda a caratteri cubitali la parrocchia di Santa Zita a Genova, che la «predica» cultural-socio-politica non la fa solo in Chiesa ma la porta all'esterno, la propone a tutti coloro che passano nel trafficato corso Buenos Aires con un maxi striscione che campeggia sul portone principale.
Lo slogan è provocatorio quanto basta. «Mari o Monti. L'unico governo stabile? La parola di Dio» è un richiamo per tutti. «Anche questo slogan è stato preparato da un gruppo di preghiera di adulti della nostra comunità - spiega don Franco Pedemonte -. Ci riuniamo ogni due mesi e riflettiamo sui temi dell'attualità, della stagione, del messaggio che propone la liturgia. E poi decidiamo lo striscione. È due anni che va avanti questa iniziativa». Quello che non riescono a fare quasi tutti i quotidiani italiani o i commentatori politici sempre politicamente corretti, lo fa una parrocchia genovese. Demolire il mito del governo Monti si può. «Il problema è che l'uomo cerca la stabilità nell'uomo. C'è chi si affida a Monti, chi alla Merkel, chi ad altri ancora - allarga le braccia il sacerdote -. Ma nell'uomo non può esserci stabilità. L'unica la può offrire Dio».
Il gruppo di preghiera della parrocchia ha deciso questa volta di puntare sulla doppia attualità. Il momento delle vacanze, ma anche la polemica politica sul governo in carica. Ma al contrario di quei sacerdoti che usano il pulpito come banchetto da comizi, don Franco Pedemonte si accontenta si usare le beghe dei partiti e degli uomini di governo per richiamare tutti all'unico insegnamento che dovrebbe impartire un prete. Se c'è un pizzico di satira, un qualcosa che può dare pepe e attirare di più l'attenzione, è anche meglio. E non è un caso se gli striscioni di Santa Zita non provocano mai polemiche. «Nessuno ha sollevato finora obiezioni su quello che abbiamo scritto - conferma il parroco -. Anzi, è persino più facile che qualcuno si spinga oltre lo spunto della riflessione». Tutto ok anche da parte della Curia. Della «politica» di don Franco non ha certo di che preoccuparsi il cardinale Angelo Bagnasco, che pure si è interessato agli striscioni. «Il nostro arcivescovo ne ha visto uno passando davanti alla chiesa - conferma don Pedemonte -. E quando mi ha visto mi ha voluto chiedere meglio quale frase fosse scritta sull'ingresso della chiesa.
La politica in chiesa, meglio ancora se fuori dal portone ci può stare. Anche se il messaggio non è allineato al pensiero di massa. Anche se i concetti non sono quelli di don Gallo o di don Farinella.
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