Cronache

Una grande banca pubblica per dare slancio alla Liguria

«Una cosa straordinaria della Liguria? L'Istituto italiano di tecnologia»: non ha alcun dubbio, l'ex ministro Giulio Tremonti, capolista nelle file della Lega Nord per il Senato in Liguria, a sottolineare un'eccellenza della regione nel corso della sua visita elettorale di ieri a Genova. E aggiunge: «Sono orgoglioso di aver proposto e inventato l'Iit. E' diventato legge dello Stato contro l'opinione della sinistra e di tutti, ha rotto i meccanismi accademici tradizionali ed è una straordinaria realtà, anche in termini di sviluppo e occupazione, per la Liguria e per i giovani». Un'affermazione incontestabile, nonostante i numerosi tentativi di «appropriarsi» del progetto e della sua effettiva realizzazione da parte di tanti padri politici, dopo che l'Istituto di tecnologia si è così rapidamente affermato come polo internazionale per la ricerca scientifica ad alto contenuto tecnologico.
Sempre riguardo alla Liguria, la ricetta di Tremonti comprende anche la ricaduta sul territorio dei benefici effetti del federalismo fiscale e di una grande banca pubblica per sostenere le imprese. Secondo l'ex ministro, serve un modello tedesco: «Qui c'è l'industria, il porto, i sindacati. Con una grande banca pubblica ci sarebbe tutto il necessario per attuare anche qui il modello della Germania».
Il riferimento all'Iit e ai finanziamenti dei governi di centrodestra alla ricerca, ma, più in generale, agli strumenti indispensabili per la ripresa economica del Paese, è occasione, per Tremonti, di giudizi severi sui programmi elettorali della lista Monti e del Pd: «La coalizione eterogenea Monti-Bersani-Vendola non durerebbe al governo più di uno yogurt» sottolinea fra l'altro l'ex ministro dell'Economia, fondatore della Lista Lavoro e Libertà, alleata del Carroccio per le elezioni politiche. Subito Tremonti rincara la dose: «È una coalizione troppo eterogenea. Se Bersani va con Monti, Vendola subisce la più ferrea legge politica della sinistra: a sinistra c'è sempre qualcuno più puro che ti epura».
Non sono queste le sole «bacchettate» a Monti e compagnia, nel corso dell'incontro all'NH Hotel di Corvetto con Sonia Viale, capolista alla Camera, egli altri candidati leghisti della Liguria. «Un governo mostruoso come il governo Monti non è concepibile se non nella logica del colpo di Stato, l'Italia non l'avrebbe mai accettato senza un artificiale clima di terrore» insiste Tremonti. Che spiega anche: «Dopo la caduta del governo Berlusconi, dovevamo andare a votare, come è avvenuto in Grecia, in Spagna, in Portogallo. C'erano difficoltà politiche, è vero, ma non è che un Paese sta in piedi e va avanti per tre anni, con lo spread a 113 punti di media, poi di colpo va giù e poi arriva un fenomeno che lo tira su». Anche perché - attacca il capolista del Carroccio al Senato - ora «lo spread è tre volte tanto, con dietro i soldi della Bce e dicono che è un miracolo. Monti doveva darci crescita economica e ha creato un disastro perché ora siamo ultimi prima della Grecia; doveva darci stabilità finanziaria e, invece ha lasciato un devastante buco di bilancio».
Più che mai necessario, a questo punto, rilanciare il Paese con provvedimenti seri e concreti: «Togliere l'Imu è un investimento, significa togliere una mano morta sulle famiglie e sull'edilizia - conclude Tremonti - La casa in Italia non è quella che Monti studia sui libri, la seconda casa degli italiani non è a Saint Moritz.

L'Imu è totalmente incostituzionale, una patrimoniale permanente, e con i valori di mercato calanti è un autentico esproprio».

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