Cronache

La nostalgia dei socialisti per «sigaro tonante»

La nostalgia dei socialisti per «sigaro tonante»

A ricordarlo, sabato 2 marzo, ci saranno i suoi amici più stretti, compresi quelli che militavano nel Psi e poi hanno preso strade diverse, dopo la diaspora seguita al ciclone Mani Pulite. All'appuntamento in programma a partire dalle 10 nei locali della Federazione del Partito socialista italiano, in via del Fossato 2, non mancherà, innanzi tutto, Fabrizio Moro, che di Delio Meoli, «sigaro tonante», morto dodici mesi fa a 84 anni di cui gli ultimi venti trascorsi in una rigorosa e dignitosa riservatezza, fu uno dei «discepoli laici» più affezionati. Moro ne potrà ricordare, senza dubbio, più di una caratteristica, al di là della vicenda politica che ha avuto in Meoli un discusso, ma autentico protagonista, a livello locale e nazionale: due volte senatore e altrettante sottosegretario, alla Partecipazioni statali e alla Difesa, ma soprattutto uomo dotato di forte carisma che gli ha permesso di raccogliere, a suo tempo, nel partito la difficile eredità dei fratelli Macchiavelli. E di creare, di conseguenza, una leadership autorevole nel confronto con la Democrazia cristiana e gli altri maggiori partiti sulla piazza.
Meoli diventa così, fra l'altro, l'ispiratore della prima giunta di sinistra, a guida socialista, del Comune di Genova, con Fulvio Cerofolini nel 1975, e si afferma anche a Roma dove - lui, toscano di Montefoscoli di Palaia, ma ormai genovese di adozione - promuove le istanze del partito e della Liguria. Ma nei ricordi di Fabrizio Moro c'è anche la componente umana dell'amico, i suoi interventi, sostanziosi ma discreti, «tutte le volte che c'era una causa giusta da sposare». Come quella volta in cui il presidente dell'assemblea legislativa regionale aveva invitato gli ex consiglieri perché destinassero una somma a favore degli alluvionati, e Meoli aveva messo subito mano al portafoglio. O come quell'altra volta - è sempre Moro a raccontare - «in cui pagò di tasca sua il viaggio aereo dalla Sardegna a Genova per un bambino da ricoverare al Gaslini». Altre testimonianze, sabato 2 marzo nella Federazione del Psi, saranno portate da Pino Josi, Fabrizio Moro e Tonino Gozzi, che furono accanto a Meoli - quasi sempre controvento per non essere investiti dal fumo dei suoi micidiali sigari tonanti! - in tanti anni di percorso comune nel partito e nelle istituzioni. Un percorso interrotto bruscamente e traumaticamente nel 1993, per l'accusa d'aver incassato tangenti per appalti delle Colombiane. Da allora, l'inevitabile declino, in silenzio.

Anche se lui, Meoli, ne avrebbe avute ancora tante, di cose da dire.

Commenti