DA PAGINA 41

(...) Ogni volta che succede, che parte il passaparola, le vendite lievitano. Ogni volta che succede, la pubblicità aumenta e cerchiamo di ricompensare i nostri lettori, sempre più spesso, allargandoci a dodici pagine. Ogni volta che succede, ci sono nuovi lettori che, sempre più spesso, diventano amici. Che, sempre più spesso, ci manifestano apprezzamento per le pagine di Genova e della Liguria, ma anche e soprattutto per il Giornale in generale e per il lavoro di Mario Giordano, un altro che, se lo conosci, lo apprezzi sempre più. E, per conoscerlo, basta seguire il suo lavoro. Non c’è niente di più bello di quello che succede quando quello che fai dice chi sei. In questo quadro, confesso che mi hanno fatto piacere, quasi commosso, alcuni riconoscimenti pubblici degli ultimi tempi. Quasi outing da parte di esponenti del Pdl che ci hanno gratificato di parole di miele. Ma non perchè lisciamo loro il pelo. Tutt’altro. Perchè interpretiamo il loro «popolo», perchè - anche quando li critichiamo e li critichiamo spesso e (mal)volentieri, ma necessariamente - cerchiamo di raccontare una Genova e una Liguria migliori. Quelle dei nostri sogni. Insomma, le parole di Michele Scandroglio e di Roberto Cassinelli sul Giornale, sul loro Giornale, sul nostro Giornale, soprattutto sul vostro Giornale, sono qualcosa che commuove. E fa piacere che - in un quadro del Pdl in cui molti leggono altro o, peggio, non leggono affatto (basta assistere ad alcune conferenze stampa del loro partito per capire come siano allergici al Giornale e, in qualche caso, anche ai giornali in generale) - loro abbiano usato toni e parole simili. A tratti quasi poetiche. Poco politiche e molto umane.

E con loro ringraziamo Enrico Cimaschi e Marco Lasagna per le loro lettere, che fotografano alla perfezione quello che siamo, ma anche e soprattutto quello che non siamo e non saremo mai; e poi Matteo Rosso, Sandro Biasotti, Giuseppe Murolo e Gabriella Mondello per aver avuto la faccia e il coraggio di dire pubblicamente: «Comprate il Giornale, è la nostra voce». Ma, soprattutto, ringrazio una nostra carissima lettrice, Anna Pedrazzi, che ci ha scritto: «Grazie di esistere». È la stessa identica cosa che penso io di voi.