Quei trentuno ballerini che volano sul ghiaccio

Quei trentuno ballerini che volano sul ghiaccio

Chi se lo aspettava che il «Lago dei cigni» con le ballerine che al posto delle scarpe da punta hanno i pattini a lama fosse così bello! Forse in tanti, visto che il teatro la sera della prima era stracolmo di pubblico di ogni età. Allora, diciamolo chiaro, chi non aveva creduto a questa azzardata operazione del Carlo Felice erano gli addetti ai lavori, come i cultori del balletto classico e i critici di danza (me compresa), che storcevano un po' il naso all'idea, ma che si sono assolutamente dovuti ricredere dopo aver preso visione dello spettacolo già dal primo atto.
Ci è voluta una giornata completa per i tecnici del teatro per creare la pista di ghiaccio sul palcoscenico. E non sono state poche le difficoltà, dal momento che le temperature genovesi non sono certo quelle di San Pietroburgo soprattutto in questi giorni in cui qui siamo sui 12° e il mantenimento della pista ghiacciata richiede grande attenzione perché sia a temperatura adeguata per il pattinaggio.
La compagnia arriva il giorno stesso della prima, 31 elementi, professionisti come solo i russi sanno essere, e tanto preparati che non è stata effettuata neppure una prova prima dello spettacolo. E quando il sipario si apre, ecco la meraviglia! Niente è stato tolto dall'originale del balletto, se mai solo un adeguamento all'uso dei pattini, la cui lama in questo caso è stata accorciata per consentire un controllo maggiore per il virtuosismo dei danzatori impegnati nell'eleganza veloce del gesto.
La magia e il mistero del Lago rimangono tutti e brillano una volta di più e in maniera diversa. La partitura leggermente accorciata delle variazioni solistiche dei primi ballerini, ma non per questo penalizzata la resa finale dello spettacolo che diverte, stupisce ed emoziona offrendo al pubblico la possibilità di accostarsi con rinnovata curiosità ai celebri titoli di repertorio classico.


Tra i ballerini in scena anche i campioni olimpici Ljudmila Belousova e Oleg Protopopov che replicano l'immagine dei due protagonisti restituendo la fragranza del balletto di Petipa. Orchestra ben diretta da Arkady Shteynlucht, che in qualche momento ha dovuto velocizzare i tempi, ma si sa, sul ghiaccio bisogna... volare.

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