Sei anni fa lo scandalo, con alcuni amministratori della Onlus genovese Ccs accusati anche di associazione per delinquere. Poi l'intervento dell'ex ministro Fernanda Contri, che viene nominata presidente «ci metto io la faccia». Quindi la rivoluzione nel cda. E tre anni fa il cambio al vertice con Stefano Zara, ex presidente di Assindustria, macchina da voti per l'Ulivo di Prodi e sconfitto da Marta Vincenzi alle primarie per l'elezione a sindaco nel 2007. Una settimana fa, è arrivata la riscossa con un prestigioso riconoscimento.
Il Centro di cooperazione sviluppo, che ha il suo quartier generale in via Di Scurreria, ha vinto l'oscar di bilancio 2012 per le «organizzazioni non erogative Nonprofit». La motivazione recita: « Si segnala la presenza di schede specifiche per ogni area geografica in cui sono presenti: obiettivi, percentuale di avanzamento e budget relativo. L'associazione ha avviato un processo di misurazione dell'efficacia dell'attività svolta coinvolgendo i beneficiari delle iniziative».
Il Ccs sostiene adozioni a distanza e progetti formativi per i bambini e le zone rurali di Cambogia, Nepal, Zambia e Mozambico. Con 250 euro all'anno si può adottare un piccolo sfortunato. Nel 2011 i beneficiari dei progetti sono stati quasi 100mila, di cui 56mila bimbi. Le comunità raggiunte sono 180, i kit scolastici distribuiti 23.500, i pasti 257mila, le visite mediche 11.400. I sostenitori sono circa 13mila e secondo i volontari e il segretario generale di Ccs Alessandro Grassini «la crisi non ha fermato la solidarietà dei genovesi, che hanno un cuore grande così».
Per evitare la frammentazione delle onlus benefiche, i genovesi di Ccs l'anno prossimo si uniranno alla fondazione milanese Acra (vincitrice dell'Oscar di Bilancio 2009) . «Il riconoscimento - spiega Zara - conclude un percorso molto significativo cominciato nel 2006 e finalizzato soprattutto ad assicurare una rendicontazione ineccepibile dell'utilizzo dei fondi raccolti».
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