Don Gallo «era una figura complessa: in lui convivevano tre dimensioni, quella di prete, di cittadino e di uomo e tra queste tre dimensioni esisteva una coerenza straordinaria». Così il sindaco di Genova, Marco Doria, ha ricordato dal sagrato della chiesa del Carmine Don Andrea Gallo, al termine dei funerali del «prete di strada». Doria, da laico, ha detto di aver ammirato soprattutto la dimensione sacerdotale di don Gallo «perché frutto di una reale vocazione che non lo ha mai abbandonato». Dopo l'intervento del primo cittadino ha preso la parola anche Moni Ovadia che ha detto: «Io sono ebreo e agnostico ma sono convinto che Andrea risorgerà. Ho attraversato a braccetto con lui una buona parte della mia vita e posso dire lui incarnava il vero spirito dell'accoglienza».
Tra la folla che ha accompagnato il feretro spiccava lo striscione dei tifosi rossoblù «Fossa dei Grifoni», i drappi delle diverse sezioni dell'Anpi genovese, lo striscione della Federazione degli Anarchici e ancora lo slogan «In direzione ostinata a contraria» scritto in giallo su campo rosso con vicino il simbolo comunista della falce e martello insieme dalle bandiere di Rifondazione Comunista. Tanti i cartelloni esposti fuori dalla chiesa e addirittura dai terrazzini e dalle finestre dei palazzi vicini, tutti in saluto al sacerdote genovese. Molti i tifosi del Genoa che si sono presentati con la sciarpa rossoblù al collo.
Eppoi la bandiere No Tav, quelle della Fiom, i drappi rossi: tutto sembrava quello di ieri, meno che il funerale di un prete. Dai cori, dagli slogan sembrava di entrare a far parte di un corteo contro la realizzazione del Treno ad Alta Velocità in Val di Susa.
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