«Dentro gli spari» Quando le storie di mafia e infanzia salgono sul palco

Due sagome di bambini, uno più basso l'altro più alto, in un palcoscenico vuoto che dall'alto illumina solo lui, il narratore, attore unico di una messa in scena dai toni al contempo forti e delicati che parla di mafia ma soprattutto di infanzia. Liberamente tratto dal libro «Io dentro gli spari» di Silvana Gandolfi (2010 Adriano Salani Editore Spa) «Dentro gli spari» è pensato e recitato da Giorgio Scaramuzzino che continuando nel suo personale cammino di teatro civile, affronta uno dei più grandi problemi del nostro paese. Scaramuzzino certo lo sa come si parla ai ragazzi perché il suo percorso di attore e regista è proprio quello rivolto ai più giovani ed anche questa volta riesce egregiamente ad essere un narratore affascinante ed avvincente per un'ora completa trascinando il pubblico dentro a due storie parallele il cui filo che le unisce si chiarisce solo alla fine.
I protagonisti sono due bambini uno del sud e l'altro del centro Italia. Il primo Santino ha sette anni, vive in un piccolo paese in provincia di Palermo dove sin dalla nascita respira mafia. L'altro Lucio ha invece 11 anni e vive a Livorno apparentemente una vita serena con la mamma e la sorellina allietata anche da un incontro «amoroso» con una bimba dagli occhi blu e le lentiggini. Ma dietro a queste due infanzie c'è un segreto che ha segnato il destino di Santino e Lucio.

Non vogliamo scoprire di più per chi non ha né letto il libro né visto lo spettacolo che più che scavare nel problema della mafia si addentra nei sentimenti infantili toccando amore, coraggio e voglia di vivere alla faccia dei torti del mondo.
Bello il testo e bravo Scarammuzzino che dopo l'esordio all'Archivolto e due tappe a Piacenza, torna domani sempre alla Sala Mercato dell'Archivolto in una matinèe per le scuole.

Commenti
Disclaimer
I commenti saranno accettati:
  • dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
  • sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.
Pubblica un commento
Non sono consentiti commenti che contengano termini violenti, discriminatori o che contravvengano alle elementari regole di netiquette. Qui le norme di comportamento per esteso.
Accedi
ilGiornale.it Logo Ricarica