LO SPOGLIO A SAVONALa giornata dei pifferai suonati scheda dopo scheda

Ero a fare lo scrutatore in un seggio in centro a Savona. Potevo assistere in modo asettico, alla sicumera dei rappresentanti di lista del M5S e di quelli del Pd, i primi lindi e puliti, molto organizzati e consapevoli come dei testimoni di Geova di essere dalla parte della ragione, solo loro ovviamente. I rappresentanti del Pd , militanti di un ex grande partito, sono oramai persuasi della dipartita dell'arcinemico, il giaguaro da smacchiare, tutti anche se con modi diversi sono gongolanti. Poi, alle 15 inizia lo scrutinio e dopo una trentina di minuti i sorrisi iniziano a sgretolarsi, le sicurezze iniziano a scemare e a lasciare il posto a sconcerto, a domande senza risposte, a rabbia. E questi sentimenti crescono con il crescere della pila di schede con il simbolo del Popolo della Libertà votato, sempre più votato. Come scrutatore io rimango impassibile come un giocatore di poker e non dò alcuna dimostrazione di faziosità, ma intimamente sorrido di questi personaggi troppo convinti di avere la pelle dell'orso nel carniere.

Quando escono dal seggio per confabulare tra di loro con i bigliettini dei risultati in mano, sono sotto stress, stropicciano i loro appunti, tutti innervositi, se ne vanno nell'imbrunire della sera in compagnia delle loro ansie. Mi sovviene un vecchio adagio: i pifferi vennero per suonare e furono suonati.

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