TACCUINO ELETTORALE

(...) È senza dubbio una coincidenza, ma appena Burlando ha smesso di rimproverare persino a parole gli intolleranti, a Genova si sono verificati due assalti ad altrettanti point del Pdl, poi l’aggressione al furgoncino di Gianni Plinio da parte dei giovani del centro sociale ospitato gratuitamente dall’Università in via delle Fontane.
Ieri mattina ha trovato una brutta sorpresa Paolo Lodi, candidato consigliere nella lista «per Biasotti presidente». Il suo point elettorale in via Casaregis è stato imbrattato con vernice nera, il lucchetto del cancello riempito di colla e le inferriate sono state chiuse con una catena e un nuovo lucchetto. Sul posto anche un volantino con la «rivendicazione» politica del gesto: «Si alla raccolta differenziata. No all’inquinante energia atomica. No alle centrali nucleari. Pdl infame, affarista sulle spalle del popolo». Se la firma anarchica lascia perplessi gli uomini della digos, c’è poco da dubitare sull’aggressione subita dal candidato. Anche perché a non molta distanza dalla Foce, in via Torti a San Fruttuoso, un agguato simile è stato compiuto ai danni di un altro point biasottiano, aperto da Francesco Marsano. Anche in questo caso della vernice scura ha imbrattato la serranda, mentre la vetrina è stata spaccata con una pietra, ritrovata dai poliziotti della digos.
Gli inquirenti erano ancora al lavoro per registrare i due episodi che in questura è arrivata una nuova telefonata. Gianni Plinio, consigliere regionale del Pdl ricandidato, ha chiesto l’intervento delle forze dell’ordine in via delle Fontane dove il suo pulmino elettorale è stato bersagliato con uova e sassi. Il mezzo che diffonde per le strade di Genova l’inno d’Italia ed è rivestito con i manifesti di Plinio, si trovava infatti fermo al semaforo davanti alla palazzina «occupata» dal centro sociale studentesco «Humpty Dumpty». Per capirci, quelli del «-6» dopo la strage di militari italiani a Kabul. Improvvisamente sono state scagliate uova e altri oggetti contro la fiancata del pulmino. Dalle finestre, gli attivisti del collettivo studentesco urlavano insulti sventolando bandiere rosse. Mentre si stava formando un minaccioso capannello, sul posto è arrivata la digos che ha verificato quanto era accaduto e ha poi suggerito a di Plinio di ripartire e non rispondere alle provocazione. Su questa situazione insostenibile ieri è intervenuto anche il senatore Giorgio Bornacin, che oggi avrà un incontro con il questore: «Non è più accettabile questo clima, soprattutto vedendo che c’è chi non lo considera pesante, ma anzi lo giustifica in nome di una volontà di difesa del proprio territorio da chiunque la pensi diversamente». Il riferimento a Burlando è più che mai esplicito.
«Tutti fatti gravissimi - ha stigmatizzato gli episodi Sandro Biasotti - Anche perché pare certo che una stessa mano abbia perpetrato gli atti vandalici ai point, aggiungendo ai danni materiali le farneticanti minacce apparse in un volantino. Ho fiducia nelle forze dell'ordine e nella magistratura che sta lavorando a pieno ritmo per dare un'identità a questi criminali». Biasotti si è anche augurato che una ferma condanna arrivi anche da tutte le altre forze politiche. Lorenzo Basso, segretario regionale del Pd, ha emesso un comunicato di «ferma condanna per ogni atto di violenza che tutta la politica dovrebbe condannare». Michele Scandroglio, coordinatore regionale del Pdl, invita alla massima allerta le forze dell’ordine perché «siamo al limite della tolleranza».

Mentre i servizi segreti confermano che pur senza «allarmi specifici», in Italia «il clima pre elettorale non è sereno», arrivano anche le condanne dei gesti violenti da parte di Claudio Burlando e Alessandro Repetto, presidente della Provincia. Questa volta, per il momento, dal candidato presidente del centrosinistra non è ancora arrivata la retromarcia a difesa delle donne che volevano solo fare una frittatina.

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