Cronache

le testimonianze

2 TEMPI CHE FURONO
Nella mia infanzia

tante storie da scrivere
La ringrazio prima di tutto per l'ampio spazio che ha dedicato ai miei ricordi sulle «Cose perdute», ma la ringrazio maggiormente anche per avermi offerto, con la sua fortunata e apprezzata iniziativa, un'idea per i miei tempi persi.
Mi ha fatto venire il desiderio di raccontare, più dettagliatamente, quel periodo «da ragazzi in via del Molino» in quel di Certaldo (Fi) «alma poesis» patria del grande novelliere.
Una zona era quella di normale rilevanza, non per noi ragazzi, eppure divenuta, in seguito, fatto inimmaginabile, come un importante e strategico obbiettivo militare.
Racconterò cose varie, curiose, tragiche e forse inedite, il tutto, ovviamente, senza presunzione o velleità pseudo letterarie, ma soltanto per soddisfare una mia intima nostalgia di quei tempi.
Ho già previsto vagamente ai vari capitoli che senza volerla annoiare le accenno.
Descriverò l'ambiente, i giochi, gli amici, la scuola, le stagioni, la villeggiatura (così allora si chiamavano le vacanze), i genitori il babbo e la mamma, e la tata Cesarina, i personaggi curiosi, i mestieri, la campagna e i contadini, le vacanze, lo scoppio della guerra, i bombardamenti, lo sfollamento, il passaggio del fronte, le prime truppe di occupazione, il favoloso arrivo degli americani, e l'immediato dopoguerra.
Dottor Lussana, avrò da lavorare un bel po', e per qualche mese, pur tuttavia, ripeto, la ringrazio assai. Con stima riceva i miei più distinti saluti.
P.S. Circa i ricordi del signor Giacomo Pronzalino, al quale va il mio plauso, mi ci ritrovo perfettamente, compresi i «cellulari» e le pelli dei conigli, anche se riferiti ad un'epoca successiva alla mia.
Franco Cappelli
2 ANNI SESSANTA
Quando la Messa

era solo in latino
Messa dal latino all'italiano. Eravamo abituati sin da bambini alla celebrazione della Messa in latino e quando a metà anni '60 la Chiesa decise l'utilizzo delle lingue nazionali ci fu l'occasione di essere presenti alla prima Messa in lingua italiana; al termine della celebrazione la prima considerazione che feci fu di tipo temporale in quanto la nuova Messa durò circa 10 minuti in meno rispetto alla liturgia precedente. Però la Messa in latino, che viene celebrata ogni domenica alle 11 nella basilica di Sant'Ambrogio a Milano, ha ancora un fascino particolare almeno per chi da bambino e da ragazzo assistette alla Messa in latino.
2 CONFRONTI CON L'OGGI
Come le vostre pagine

ricordano i bei tempi
Il mese di agosto ci sta regalando delle temperature altissime, ma sembrano poca cosa rispetto alle questioni «calde» che stanno bollendo nella pentola dell'area genovese riguardanti l'occupazione e che troveranno nel prossimo mese di Settembre il momento del dibattito, del confronto e della piena diffusione. Elencate una per una mi hanno sinceramente scosso. Genova è praticamente presente su tutti i fronti scottanti riguardanti il lavoro in Italia: Fincantieri, l'Ilva, la vicenda dell'Amt, la privatizzazione del patrimonio pubblico, la chiusura della centrale del latte ed il turismo che non decolla sono le cicatrici di una città in grande «sofferenza».
La politica genovese è chiamata a delle risposte chiare e forti come da anni non si vedono.
Siamo forse all'ultima chiamata per Genova, quella decisiva per il lavoro e per il suo stesso modo di esistere.
La questione lavoro e quella dell'ordine delle priorità cittadine stanno esplodendo nella loro infinita complessità. La bella rubrica de «il Giornale» sulle cose perdute sta mettendo in evidenza la Genova che è stata attraverso le luci dei ricordi delle persone testimoni del nostro tempo. Leggendo i contributi pubblicati emerge l'amore della gente verso una città che non c'è più, ma che comunque, nel bene o nel male, ha mantenuto una propria individualità e fascino. Lo spettro delle situazioni economico lavorative che potrebbero venirsi a creare nei prossimi anni fa calare le tenebre su questo modo di intendere la città. Le testimonianze riflettono la presenza sul nostro territorio di una forte identità, a volte mostrata altre volte latente, che non lascia spazio a dubbi sul come gestire il futuro di Genova: bisogna puntare sulle nostre peculiarità e su quello che sappiamo fare. Detto in una parola sulle unicità economico e sociali che Genova e la Liguria sono in grado di trasmettere e comunicare al mondo.
È ormai questione di vita o di morte, il tempo è scaduto.
Urge la creazione di un tavolo cittadino al quale possano partecipare tutti i rappresentanti economicamente «rilevanti» oggi presenti a Genova attraverso il quale si valuti un percorso condiviso su cosa si dovrebbe fare per la città.
Nessuno deve sentirsi escluso da questo momento di riflessione e dibattito dalla politica, di maggioranza e di opposizione, a Confindustria, dagli artigiani e commercianti agli operatori portuali, dal mondo dei servizi a quello delle professioni.
In tutta onestà credo che le questioni elencate all'inizio di questo contributo siano «troppo» per un singolo uomo (Il Sindaco), molte saranno le figure del mondo genovese che dovranno dare delle risposte.
Il tempo per andare al mare sta finendo.
Gian Luca Fois
2 RICORDI DI VIAGGIO
Che nostalgia

per i vecchi tramvai...
Tra le cose perdute e mai dimenticate mi piace ricordare il tramvai.

Mi manca tanto anche Umberto Vittorio Cavassa.
Silvio Camillo Repetto

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