
Gentile Valeria, ritengo, forse semplificando, che per le vicende di cuore ci sia una condizione «sine qua non» perché il rapporto funzioni. Una regola molto semplice che è la seguente: «Ti devi meritare la persona che ami e la persona che ti ama deve meritare te». Alla base di tutto ci deve quindi essere una stima profonda per l’altro, grazie a quella stima tu sei disposto a fare di tutto perché l’altro lo merita, reciprocamente l’altro deve stimarti e deve meritarti ma anche lui deve fare tutto perché te lo meriti. Questa la base su cui deve fondarsi il rapporto, poi ci sono variabili in base alle particolarità di ognuno di noi, quello che una volta si definiva come il proprio «naturale». Ho sposato 34 anni fa la donna più bella del mondo. Ho sempre desiderato e desidero ancora oggi solo lei, tutte le altre donne mi sono completamente indifferenti. Le uniche donne che potrebbero coinvolgermi, credo per un riflesso Stendhaliano di cristallizzazione, sono quelle che ho conosciuto prima di mia moglie. Tutto ciò senza alcuna fatica o senso di sacrificio, merito senza dubbio del mio «buon naturale» ma anche come diceva spesso un mio fredifrago amico, merito di una gran fortuna...
Cordialmente
Luca Coomolli
Che invidia questa assoluta dichiarazione d’amore a sua moglie. Chi non vorrebbe essere amata con tanta «cristallina» convinzione? Per lei esistono solo due donne al mondo: sua moglie e tutte le altre. Potrebbe tenere dei corsi su come ci si tiene. Perché senza nulla togliere alla sua consorte, che sarà davvero la donna più bella del mondo, persino di quella ci si potrebbe stancare. Qui il lavoro è ben altro. Ho la tentazione di chiederle consigli pratici su come uscire ogni volta indenni (cioè sempre innamorati) dalla bonaccia di un rapporto ancor più che dalle sue tempeste. Il fatto poi, che si firmi con nome e cognome mi convince del fatto che lei deve aver scoperto qualcosa di ancora inaccessibile alla maggior parte degli umani. Ma prendo in considerazione anche la lettura fatalista del suo amico fedifrago «una gran fortuna» perché sono quasi certa del fatto che nella vita ci si possa innamorare anche di chi non si stima. Essendo consci della mancanza di stima, intendo.