Geografia e salute, una nuova sfida

«La geografia della salute», un tema al centro dell’attenzione di Spoleto Scienza. Una iniziativa, giunta alla ventitreesima edizione, che si inaugura sabato prossimo e si concluderà il 10 luglio. Questi incontri scientifici, ideati e curati dalla Fondazione Sigma-Tau nell’ambito del Festival dei due mondi, sono stati voluti e supportati da Claudio Cavazza, l’imprenditore illuminato scomparso lo scorso 6 giugno. Spoletoscienza ha avuto inizio nel 1989 con un’edizione in anticipo sui tempi, dedicata alle nascenti neuroscienze, dal titolo «Viaggio nel Cervello»,con Marvin Minsky, Piergiorgio Strata e Tomaso Poggio. Ora, con «Geografia della salute» si vuole focalizzare un nuovo capitolo della medicina.
«Non si deve riflettere solo sul ruolo rinnovato delle malattie infettive –afferma il professor Menotti Galvani, docente di biologia molecolare e vicepresidente della Fondazione Sigma Tau - dobbiamo valutare come i soggetti umani tendano a riaffrontare le decisioni dell’evoluzione. É mutato il quadro delle malattie. Per molto tempo quelle infettive, ereditarie, infiammatorie, ci hanno spinto alla ricerca del virus, del batterio, di un processo immunitario. Ma la chiave interpretativa che porta l’uomo ad inviare messaggi per mantenere lo stato di salute, è il suo metabolismo che è unico, differenziato, una firma del soggetto cui deve corrispondere una medicina personalizzata».
Lo stato nutrizionale di ciascuno di noi è fondamentale e per questo si affronta il tema: cibo e genetica nel quadro di una globalizzazione della salute. «L’Uomo –aggiunge Menotti Galvani – cerca di dominare i virus dimenticando che è il virus ad utilizzare l’uomo. Ha in sé i meccanismi utili a perpetuare se stesso: riproduce i propri codici genetici, entra nelle cellule e le induce a lavorare per la sua sopravvivenza. Non solo, alcune strutture del nostro dna – i trasposoni – non ci sarebbero stati senza i virus, così come questi ultimi non potrebbero esistere senza che ci siano contenitori biologici in grado di ospitarli. L’evoluzione ha accelerato questo trasferimento d’informazione e oggi assistiamo, attraverso la globalizzazione, ad un altro colpo di acceleratore nel rapporto tra virus ed esseri viventi. A scatenarlo sono i grandi flussi migratori e turistici, attraverso i moderni mezzi di trasporto, la sempre più facile comunicazione fra etnie diverse grazie a navi, aerei, automobili. Si deve ragionare in termini di geografia della salute. Proprio su questo tema, Domenica 3 luglio, alle 10, al chiostro San Nicolò di Spoleto, sarà dedicato un incontro coordinato da Gabriele Beccaria e Antonio Guerci. Si affronterà anche il tema: «la Sfida per una medicina personalizzata». coordinatore Gilberto Corbellini e Armando Massarenti. Altro contributo di rilievo a Spoleto Scienza è quello di Mark Hanson. «Pensiamo che i figli somiglino ai padri e che questo derivi da un tratto genetico. Vi sono altri elementi. L’atto di fecondazione dà il via ad una serie di accadimenti che portano alla costruzione di un soggetto vivente. É una costruzione, modulata dall’ambiente uterino, con il quale la madre allena il figlio alla vita, ottimizzando le forme, le strutture, gli schemi di funzionamento (imprinting) che fanno di una cellula uovo e di un feto con il loro codice genetico, il miglior figlio possibile per le condizioni ambientali che dovrà affrontare. Dunque, quest’unione di cellule – corpo umano – risente della disponibilità energetica, delle situazioni di stress, della modalità con la quale vengono riforniti i singoli substrati per la costruzione dell’individuo. Il soggetto che supera il canale vaginale è la «miglior macchina che in quel momento il materiale a disposizione poteva fornire» per affrontare l’ambiente esterno. Materiale fornito dalla madre in forma di quantità e qualità di cibo, di micronutrienti. Ma la stessa madre ha una sua storia, una sua memoria evolutiva che darà informazioni al figlio. I bambini che nascono da soggetti che si sono spostati dalla campagna alla città devono affrontare una nuova situazione ambientale esterna , non favorevole come quella che ha caratterizzato l’evoluzione dalla mamma.

I bambini dell’India hanno una struttura che li attrezza a sopravvivere in situazioni di carenza di cibo. Se spostati in luoghi e situazioni dove c’è abbondanza di cibo, spesso non in linea con la dieta di appartenenza, questi stessi bambini rischiano l’obesità.

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