A pochi mesi dalla fine del mandato da primo cittadino, Giuseppe Pericu ha perso letteralmente le staffe. La sala rossa di Palazzo Tursi, in occasione della seduta comunale di ieri, si è trasformata nel set di un film western. «Pomeriggio di fuoco» è il titolo più azzeccato, e questa volta, protagonisti indiscussi del polveroso duello, sono stati il consigliere Giuseppe Murolo di Alleanza Nazionale e il Sindaco uscente. Al centro del dibattito consigliare un articolo 55 presentato dai consiglieri Brignolo, Delogu, Poselli e Repetto sulla gestione dei tributi da parte di Gestline. Tema delicato e spinoso certamente, ma a scatenare «l'ira funesta» del Sindaco è stata una frase del consigliere di An, che accusava esplicitamente il primo cittadino e la Giunta di avere più sensibilità nei confronti dei «loro amici palazzinari» rispetto ai normali cittadini.
«Il mio è stato un attacco politico - spiega Murolo -. Questa amministrazione continua ad apportare variazioni al Puc, e ho detto che lo fa per i suoi amici, mentre per gli altri c'è una rigidità eccessiva nel rispetto della legge». Giuseppe Pericu, famoso per la sua diplomatica pacatezza, questa volta ha visto rosso, e come un toro infuriato si è alzato in piedi, e puntando il dito contro il consigliere di Alleanza nazionale lo ha a sua volta accusato di essersi recato «con il cappello in mano» nel suo ufficio a chiedere favori per suoi «raccomandati».
Apriti cielo, altro che fulmini e saette. In quell'attimo non ce n'è stato più per nessuno. Da una parte il consigliere di An urlava indignato che Pericu avrebbe dovuto porgere le sue scuse perché l'aveva offeso, dall'altro il Sindaco, corde alla gola, proseguiva a inveire contro il suo acceso avversario. Basiti, gli altri consiglieri di maggioranza e opposizione restavano ad osservare il duello senza proferir parola. L'unico che ad un certo punto è intervenuto per sedare gli animi è stato il presidente del consiglio Emanuele Guastavino. «Basta - ha urlato suonando affannosamente la campanella -, consigliere è ora di finirla. Basta, o interrompo il consiglio e la faccio portar fuori».
Murolo però non aveva alcuna intenzione di finirla. «Il Sindaco mi ha profondamente offeso sul piano personale - ha commentato -. In cinque anni non ho mai avuto dissapori con lui e questa reazione mi ha sconvolto. Ho telefonato al mio legale, l'avvocato Ferruccio Barnaba che mi ha detto che nelle frasi di Pericu ci sono gli estremi per procedere ad una querela. Ed è quello che farò. Non posso tollerare che mi venga gettato del fango addosso per cose che non sono vere. Sfido il Sindaco a portarmi un qualsiasi documento in cui si legga che io ho raccomandato delle persone».
Gelo nella sala rossa, e a far da cornice alle urla dei duellanti i commenti di alcuni consiglieri: «In tutti questi anni non si è mai visto Pericu reagire così». E ancora, «Murolo è riuscito proprio a far infuriare il Sindaco». Gianni Bernabò Brea, capogruppo di Alleanza Nazionale, ha difeso il collega di partito dicendo che l'attacco di Murolo era chiaramente politico. «Quante volte i consiglieri di maggioranza si sono rivolti in certi termini nei nostri confronti - ha ricordato -, e non è mai stato detto nulla».
Sarà che il mandato è agli sgoccioli, sarà l'agitazione per le elezioni amministrative alle porte, sarà il tema Gestline, sarà la giornata iniziata con il piede sbagliato, ma questa volta in sede consigliare, assieme alle mozioni e alle interpellanze, è saltata fuori anche una querela nei confronti del Sindaco. Alla fine, la discussione sulla gestione dei tributi è passata in secondo piano, nonostante gli interventi dei capigruppo e dell'assessore al Bilancio Luigi Liccardo.
«È opportuno trovare delle soluzioni per aiutare le persone che si trovano in difficoltà, magari dilazionando i pagamenti», questo è stato chiesto a gran voce dai consiglieri della sala rossa.
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