Ghizzoni rassicura i soci sulle mosse di Unicredit

Ghizzoni rassicura i soci sulle mosse di Unicredit

Il consiglio di amministrazione di Unicredit, in programma oggi, provvederà alla nomina di Erich Hampel, ex ad di Bank Austria, alla presidenza del supervisory board della controllata viennese del gruppo. Termina così l’«interregno» del vicedirettore generale Paolo Fiorentino (che sarà indicato come vicepresidente) nel segno della continuità e dell’esperienza garantite da Hampel.
Anche se si tratta di una riunione dedicata ad argomenti operativi, come il recepimento di alcune direttive di Bankitalia, l’amministratore delegato Federico Ghizzoni potrebbe essere interpellato dai consiglieri circa il nuovo piano in fase di elaborazione che dovrebbe essere presentato a metà novembre. Il lavoro del Financial Stability Board sulle istituzioni finanziarie di rilevanza internazionale è ormai al termine: le richieste di capitale aggiuntivo rispetto a Basilea III dovrebbero essere contenute nel range 1-2,5 per cento, per cui la richiesta di nuove risorse agli azionisti dovrebbero essere contenute nella parte bassa del range indicato dagli analisti (6-8 miliardi). Valutazione suffragata dal Core Tier 1 al 9,12% nel primo semestre (8,5% esclusi i cashes) e dal buon andamento dei conti: a giugno 2011 era stato pressoché raggiunto l’utile netto del 2010.
Se gli venissero poste domande in merito, Ghizzoni potrebbe ricordare come Unicredit abbia completato il funding 2011 e stia già pianificando quello per l’anno prossimo. Il 40% dei bond Unicredit in scadenza sono in Germania e Austria (Paesi con rating tripla A). Inoltre la banca ha ancora spazio per collocare propri bond alla clientela perché il «peso» medio dei bond Unicredit nel totale attivo finanziario dei clienti Family, Pmi e Private è dell’8% circa a livello di gruppo (meno del 9% in Italia).
Ecco perché, quando sarà presa la decisione sull’aumento, potrebbe non essere necessario chiedere troppe risorse al mercato: oltre all’emissione di nuove azioni si potrebbe prevedere la dismissione di asset minori (il Centro-Est Europa resta strategico) e la generazione organica di capitale. Discorso analogo per il capitolo-svalutazioni: ogni iniziativa sarà intrapresa a chiusura dell’esercizio 2011 e se il mercato dovesse riprendersi (ieri però le titubanze del cancelliere Merkel sulla crisi hanno penalizzato anche i titoli di Piazza Cordusio), potrebbero essere contenute. E comunque è un problema comune a tutto il settore finanziario.


Ieri l’ad Ghizzoni ha incassato un attestato di stima dal presidente di Fondazione Crt (azionista al 3,679%), Andrea Comba: «Sta lavorando benissimo, il dopo-Profumo si sta rivelando meglio di quanto pensassi». Un consenso che si sta estendendo anche alle Fondazioni Banco di Sicilia, Cariverona e ad Allianz.

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