GIÙ LE MANI DAL FERRARIS

Per smontare l’idea di un altro stadio a Genova, magari al posto del Ferraris, basterebbe una parola. Anzi, due lettere: no.
No perchè: il Ferraris - nonostante ci abbiano giocato recentemente le squadre messe in campo da Vavassori e Novellino, che non è proprio roba da storia - è un sinonimo di storia del Calcio con la c maiuscola. E chi pensa di cancellare la sua storia e la propria memoria - in qualsiasi settore - ci troverà sempre dall’altra parte. Così come ci troverà sempre dall’altra parte chiunque pensi a speculazioni immobiliari che vogliono cancellare la storia.
No perchè: penso si tratti solo di dietrologia, ma proprio per lasciar disoccupati i dietrologi, è meglio non pensare neanche a un utilizzo alternativo della zona di Marassi.
No perchè: gestire un impianto sportivo, anche se te lo regalassero, anche se i soldi per i lavori ce li mettessero tutti i privati, costa uno sproposito. E il Comune di Genova non ha quasi soldi per gestirne uno, figurarsi due. Tutto il resto, le idee di stadi completamente in mano ai privati, che diventano business, sono buone per l’estero o per l’utopia.
E quindi potrei chiudere qui l’articolo, regalando spazio ad altre notizie.
Ma, visto che qualcuno continua a parlarne, aggiungo due parole. Partendo dalla dichiarazione del sindaco Pericu del 31 agosto. Dichiarazione, per sua stessa ammissione, «totalmente personale». E che, quindi, su questo tema, vale nè più, nè meno, come il mio pensiero. «Ritengo - ha spiegato il primo cittadino - che una città come Genova potrebbe avere bisogno di due stadi. Ci troviamo frequentemente nella necessità di non poter ospitare eventi perchè lo stadio è uno solo. Le finanze attuali non consentono in questo momento di poter affrontare una spesa pubblica in questa direzione ma, se ci sono proposte private interessanti o finanziamenti statali, io non escluderei di prendere in considerazione un’iniziativa di questo tipo».
Io, invece, nonostante tutte le cautele, i distinguo e le premesse di Pericu, escluderei anche di prenderla in considerazione. Perchè, ad esempio, ho visto cosa è successo a Fiumara, dove è stato costruito un secondo palasport - adattissimo alla musica - ma che è comunque un doppione di quello della Fiera. Attualmente, lavorano poco sia il Mazdapalace della Fiumara, sia quello vecchio della Foce. E, se domani qualcuno proponesse la demolizione del Palasport della Fiera, per usare quello spazio per altre attività più redditizie, visto che è in riva al mare, in pieno waterfront della città, nessuno probabilmente alzerebbe un dito. E giustamente.


Ecco, invece, per Marassi un dito bisogna alzarlo. Anzi, tutte e due le mani. E, visto che nel mondo dell’informazione cittadina non l’ha fatto nessuno, lo facciamo noi. Giù le mani dal Ferraris. Bastano due lettere: no.

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