Giallo dell’imprenditore trovato morto nel furgone: fermo e interrogatorio per un amico della vittima

È scattato la scorsa notte il fermo di Emanuel Cappellato, amico 34enne di Antonio Di Giacomo, l’imprenditore 46enne di Colico ucciso venerdì 9 settembre con un colpo di pistola e poi abbandonato in una cassa di legno chiusa nel suo furgone aziendale parcheggiato in via Europa Unita a Tavernerio in provincia di Como. Si tratta dell’uomo che quel giorno pranzò insieme alla vittima alla trattoria «Osteria di Una Volta» in via Carloni a Como e trovato in possesso di una carta bancomat intestata a Di Giacomo. Cappellato non è un volto nuovo alle forze dell’ordine. Dopo un lungo interrogatorio durato ben oltre 10 ore alla presenza del sostituto Antonio Nalesso, il 34enne è stato trasferito nel carcere del Bassone in attesa dell’interrogatorio di garanzia davanti al Giudice dell’indagine preliminare. A quanto pare, Cappellato non avrebbe fatto alcuna ammissione e ancora non è ben chiaro il ruolo che avrebbe avuto nel delitto: Di Giacomo quel giorno era uscito poco prima di mezzogiorno dalla sua abitazione di via Pra La Vaca a Villatico di Colico per raggiungere Uggiate Trevano dove, con un amico, avrebbe dovuto recarsi in una pizzeria i cui titolari erano interessati a diventare clienti di Di Giacomo che si occupava della distribuzione di prodotti per il caffè. A quell’appuntamento non arrivò mai. Quel che è certo è che alle 13 con Cappellato si era recato a pranzare. Qui comincia il giallo su quanto accaduto.

Dopo pranzo, probabilmente insieme hanno raggiunto piazza Roma a Como dove Di Giacomo aveva parcheggiato il suo furgone aziendale giallo, lo stesso trovato poi il pomeriggio successivo a Tavernerio con dentro il cadavere. Si suppone che la vittima sia stata tenuta in ostaggio per diverse ore prima di essere ucciso. Si suppone inoltre che siano coinvolte altre persone ancora da identificare e che il movente sia di natura economica.

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