nostro inviato a San Giorgio delle Pertiche (Padova)
Il bar «Da Pippo» di Arsego sembra la sala lettura di una biblioteca. La gente entra, ordina uno spritz o un prosecchino ghiacciato e invece di mettersi a ciacolare come al solito prende il fascio di giornali locali e si tuffa tra le pagine che raccontano di Federica. Da tre giorni niente risate, niente goliardate. Federica Squarise ci andava tutte le sere, in quel locale a pochi chilometri da casa sua. Staccava dalla Morellato, la fabbrica di cinturini per orologi dove lavorava da un anno; faceva un salto a mangiare un boccone con mamma e papà e poi via da Pippo dove trovava gli amici, cinque giorni su sette.
E gli amici adesso se ne stanno ai tavolini in silenzio. Si scuotono quando gli domandi se la Federica che conoscevano era la stessa descritta sulla Costa Brava: faceva tardi nei locali, spariva da sola, beveva, magari fumava qualcosa di forte? «Tutte storie, è una ragazza tranquilla, allegra e semplice - ribatte Martino, suo compagno di classe alle scuole medie -. Ci ritroviamo spesso la sera a bere qualcosa: ma non l'ho mai vista ubriaca». «È una persona portata a dare retta a tutti, in assoluta buona fede», aggiunge Andrea, un altro compagno di scuola. Nelle foto appare sempre sorridente, un sorriso largo e sincero che si riflette nei grandi occhi scuri. «Una ragazza semplice, ingenua, forse anche troppo», sospira la zia Gabriella che annega in un groppo il timore che possa essersi fidata delle persone sbagliate.
A 23 anni, Federica è la classica brava ragazza. Famiglia numerosa, laboriosa e unita: papà Ruggero metalmeccanico in pensione da un anno dopo averne passati 40 in fabbrica, mamma Maria Grazia casalinga, altri tre fratelli. Mattia, 21 anni, e Francesco, 20, fanno anch’essi gli operai; la sorella maggiore, Roberta, 30 anni, ha chiuso in un cassetto la laurea in design per gestire un bar a Bassano del Grappa. Gli Squarise vivono in una villetta ben disegnata alle porte di San Giorgio delle Pertiche, nell'Alta Padovana. Tutta la vita di Federica sta dentro un tratto di compasso con venti chilometri di raggio: le scuole superiori a Castelfranco Veneto, all'istituto professionale per i servizi commerciali turistici e della pubblicità Carlo Rosselli; il lavoro di impiegata amministrativa alla Morellato di Santa Giustina in Colle; gli spritz ad Arsego; qualche volta il fine settimana a Marsango, dietro il bancone del «Vecchio Birraio». «Ma lo faceva solo per passare il tempo, non per soldi», dice Filippo, il titolare del bar «Da Pippo».
Anche Stefania Perin, l'amica del cuore con cui era volata a Lloret de Mar, abita poco distante, a Villa Del Conte. Erano compagne al Rosselli. «Sempre in coppia», conferma il barista. Avevano ripreso a frequentarsi assiduamente dopo che Federica aveva lasciato il moroso. I locali, i fine settimana e le vacanze al mare: due anni fa erano state assieme a Ibiza e lì si erano innamorate della «movida» spagnola. «Federica è tutta casa e lavoro, tranquilla. Anche troppo», mormora papà Ruggero. Niente fidanzato, nel tempo libero le lezioni di acquagym due volte la settimana e una grande passione per la musica: a metà giugno aveva assistito all’«Heineken Jammin’ Festival» a Mestre con il fratello più piccolo, Francesco. «Una ragazza senza vizi, spiritosa e semplice. Mai dato problemi», racconta la mamma Maria Grazia. In camera sua i carabinieri non hanno trovato nulla che possa essere collegato con la sparizione.
«Non so spiegarmi cosa possa essere accaduto, mi sembrava un viaggio normale, ne aveva già fatti, l'altro anno era andata ad Ibiza - scuote la testa la mamma -. Sabato scorso abbiamo accompagnato lei e Stefania all'aeroporto, era felice. Da Barcellona mi ha inviato un sms: siamo arrivate, tutto ok. Domenica me ne ha mandato un altro, ma lunedì non ci siamo sentite». Quella notte Federica è sparita. «Strano che fosse senza telefonino - osserva Filippo, il barista -, non se ne separava mai, scriveva messaggini a tutta velocità, senza guardare i tasti. L'abbiamo vista l'ultima volta venerdì sera. Era venuta a salutarci, era entusiasta di questo viaggio, mi aveva fatto quasi invidia. Ne parlava da 20 giorni: non vedeva l'ora che arrivasse quel sabato».
Alla Morellato le avevano concesso una settimana di ferie, dal 28 giugno a ieri. Domani sarebbe tornata in ufficio. In poco più di un anno di lavoro si era fatta volere bene da tutti.
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