Gianfranco racconta bugie pure ai tedeschi: "Questa maggioranza arriverà al 2013"

Berlino È volubile e disinvolto Gianfranco Fini nelle sue esternazioni. Ora dice una cosa, ora un'altra a seconda delle circostanze, degli interlocutori e degli umori. E questo si sapeva. Ciò che invece non si conosceva è la sua capacità di dire cose diverse, anzi diametralmente opposte, nello stesso giorno, pressappoco nelle stesse ore, quasi in simultanea. Un’acrobazia dialettica che a Fini è riuscita domenica mentre a Perugia consumava lo strappo con Berlusconi, con il Popolo della libertà e l’attuale maggioranza governativa. Nello stesso giorno, infatti, sul più diffuso domenicale tedesco, il Welt am Sonntag, è uscita un’intervista in cui l’ex-leader del Msi e di Alleanza nazionale, cofondatore del Pdl e ora fondatore di Futuro e libertà dice tutto il contrario di quanto detto nel capoluogo umbro.
Dimissioni di Berlusconi? Non se ne parla proprio perché il presidente del Consiglio ha tutti i numeri per continuare a guidare il paese fino alla fine della legislatura. Possibile crisi di governo? Neppure perché l’attuale governo dispone di una forte maggioranza. Possibile allargamento dell’attuale schieramento governativo ad altri partiti come invocato dallo stesso Fini nel suo discorso di Perugia? È una prospettiva che nella fase attuale non si pone.
Si tratta di un’intervista a tavolino realizzata dallo stesso direttore del Welt am Sonntag e del Die Welt, Thomas Schmid, buon conoscitore del nostro paese e autore dei pochi articoli apparsi sulla stampa tedesca in cui si cerca di rendere comprensibile il teatrino della politica nostrana senza fermarsi, come spesso succede, a quei particolari piccanti che fanno la delizia dei tabloid e della presse du coeur. Ecco testualmente le risposte chiave di Fini.
Berlusconi ha detto recentemente al Frankfurter Allgemeine Zeitung che l’Italia dispone di una forte maggioranza. È d'accordo?
«È così. In Italia c’è un governo che poggia su una forte maggioranza che è quella uscita vincitrice dalle elezioni».
Questo significa che lei continuerà a garantire l’esistenza del governo di Silvio Berlusconi?
«C’è un governo eletto. Quindi Berlusconi non solo ha la possibilità ma anche il dovere di governare fino alla fine della legislatura. Quanto a un possibile allargamento della maggioranza di governo, la questione si pone solo nel 2013».
Quindi lei è contrario a crisi di governo e ad elezioni anticipate?
«Oggi sarebbe un problema e un rischio. C’è un governo e se il governo farà il suo compito come stabilito, rimarrà al suo posto».
Insomma mentre in una circostanza, davanti a una platea eccitata e ansiosa di scendere sul sentiero di guerra, Fini annunciava la definitiva rottura con Berlusconi, a Berlino, in uno scenario preoccupato per le incomprensibili baruffe italiane e le loro conseguenze sulla stabilità di un paese alleato, lo stesso Fini ricuciva lo strappo. Un esercizio, quello dello strappa e ricuci, non certo nuovo. Ma quando «qui lo dico e qui lo nego» avviene a distanza così ravvicinata e coinvolge la terza carica dello Stato, non può non provocare un certo disorientamento.

E sicuramente disorientati saranno i lettori tedeschi che all’indomani dell’intervista (titolo: «Berlusconi deve governare fino al 2013») hanno letto sui giornali che proprio Fini ha aperto la strada per la crisi di governo. Quanto ai lettori italiani, più smaliziati, si limiteranno a domandarsi qual è il vero Fini.

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