Roma - Problemi di calendario. È questa la motivazione regina, puramente tecnica, posta da Gianfranco Fini e dai finiani come freno al ddl intercettazioni alla Camera: il programma dei lavori a Montecitorio sarebbe troppo fitto, troppo intenso, per consentire un cambio in corsa con l’ingresso del provvedimento della discordia. C’è poi la motivazione più politica: l’insofferenza del presidente della Camera per un testo che le opposizioni hanno ribattezzato «legge bavaglio», in realtà del tutto identico al ddl Mastella votato compattamente dal centrosinistra tre anni fa. Davvero strano, questo fastidio di Fini per l’argomento. Consultando gli archivi delle dichiarazioni parlamentari si trova infatti un fatto di cronaca di cui si sta parlando poco in questi giorni: il caso Sottile. Era il 2006, l’allora portavoce del leader di An finì nel mirino dei magistrati di Potenza per una storia di presunta prostituzione e gioco d’azzardo. Sono passati appena quattro anni, in fondo, eppure il ricordo di quell’inchiesta sembra essersi dissolto nel nulla, come le parole dei protagonisti. Comunque, per far capire l’aria di quei giorni, basta andare a prendere un titolo del Corriere della Sera del 19 giugno 2006: «Ira di Fini per le intercettazioni». Seguiva la dichiarazione del numero uno di Alleanza nazionale: «Se dovessi dare sfogo all’indignazione farei scintille: non nutro dubbi sulla totale estraneità di Sottile». Ecco il titolo di Repubblica, edizione on line, del 19 giugno: «Intercettazioni, Fini all’attacco: gogna mediatica contro mia moglie».
Il «leader di An - annotava il quotidiano di via Solferino - ha anche invitato il mondo politico a occuparsi delle intercettazioni e del “linciaggio mediatico che ne deriva”».
Tra i tabulati pubblicati dai giornali, risultavano infatti anche alcune conversazioni di Daniela Di Sotto, l’ex moglie di Fini. Il marito Gianfranco inveì: «Qualcuno ne ha abusato (delle intercettazioni, ndr). È immorale leggere quelle di persone che non sono indagate!». Definiva quindi «disdicevole» che «alcuni stralci di intercettazioni relativi» a persone «che hanno l’unico torto di essere legate a persone più famose» finissero sui giornali, e che quegli innocenti «si ritrovino sbattuti in prima pagina» (20 giugno). Un aspetto, questo, che è «relativo alla deontologia professionale, ammesso che qualcuno senta ancora la necessità di tutelare questo valore», un aspetto «patologico, sfuggito di mano - polemizzava livoroso -. Penso anche alle autorità preposte. Credo che anche l’Authority per la tutela della privacy si stia ponendo il problema».
Non può essere sufficiente, diceva Fini, «essere mia moglie per meritare gogne mediatiche. La storia recente è piena di episodi nei quali, una volta che si è determinato un danno, poi quasi mai chi lo ha causato ne paga le conseguenze». Addirittura pensò quasi al complotto: «Vogliono arrivare a me. C’è un disegno contro An». Così Fini nel 2006.
Ma torniamo al calendario imprescindibile dei lavori alla Camera e all’impossibilità, quindi, di inserirvi il ddl intercettazioni. Il programma di giugno prevede la discussione di alcuni decreti in scadenza. Poi un elenco di testi rispettabili, ma non proprio cruciali. Lunedì 21 giugno: proposta di legge numero 209, primo firmatario Cirielli. Titolo: «Sostegno agli agrumeti caratteristici». L’argomento è di sicuro interesse nazionale, ma risulta difficile definirlo urgentissimo. Il 28 giugno tocca invece a una proposta di legge del Pd: modifiche al codice penale e al testo unico sull’immigrazione «a tutela del rapporto tra detenute madri e figli minori». Tema sociale apprezzabile, ma che può essere spostato di una settimana senza creare danni né alle mamme, né ai bambini.
Il calendario prevede poi una proposta dell’Udc Vietti per la «riforma della disciplina delle persone giuridiche e delle associazioni non riconosciute», di cui il Paese ha certamente bisogno, ma non per forza entro quattordici giorni. Infine il mese a Montecitorio si chiude con il ddl di un ministro, Giorgia Meloni, per il «riconoscimento e sostegno alle comunità giovanili». Tutte priorità per Fini, ma valgono davvero uno scontro fratricida?- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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