Laura Novelli
Fabrizio Gifuni è un attore che ama mettersi in gioco, rischiare sulla propria pelle, andare a fondo di certe intuizioni e di certe passioni personali.
Lo ha dimostrato la stagione scorsa con uno spettacolo nato dalla voglia di rinsaldare il suo rapporto elettivo con Pier Paolo Pasolini (si intitolava «Na specie de cadavere lunghissimo» e gli è valso il Premio Hystrio 2005 nonché la candidatura allUbu come migliore interprete).
E lo dimostra adesso, buttandosi senza timori nella magmatica scrittura di Carlo Emilio Gadda per ricavarne un viaggio insieme letterario e umano di cui è anche sensibile e nevralgico ideatore.
«Lingegner Gadda va alla guerra» si intitola questo monologo teso e vibrante che, ispirato ai diari di guerra e di prigionia redatti dallo scrittore lombardo durante gli anni del primo conflitto mondiale, si replica in queste sere al Museo Storico della Fanteria nellambito della rassegna «Esplor/Azioni».
La vita militare, la cattura sullIsonzo, la morte del fratello Enrico, la detenzione nei campi tedeschi segnano le tappe emblematiche di unesperienza assoluta e tragica che Gadda non riuscirà mai a dimenticare. La sua è la sofferta testimonianza di un uomo ferito nel profondo, inesorabilmente cupo, disilluso, duro, ma in fondo pure terribilmente fragile: «Non noterò più nulla - scrive - poiché nulla di me è degno di ricordo anche davanti a me stesso».
Nel lavoro di Gifuni, laspetto intimista si lega poi - come avveniva già nel moderno e profetico Pasolini visto a India lanno scorso - a riflessioni e «indignazioni» che riguardano la realtà, la Storia, la politica. Ed è lo stesso Gadda ad indicare questa duplice via: «Il significato profondo e complesso della tragedia delle armi - spiega lattore - viene descritto con due penne di diverso taglio. Il primo stilo, asciutto e straziante, affonda nella stessa carne di chi lo impugna.
In scena fino a domani sera (ore 21). Il Museo Storico della Fanteria si trova in piazza Santa Croce in Gerusalemme 5. Informazioni: 348/6447337 - 333/8061514.