Priscilla Quagliarotti
Studiare non basta, perché i giovani hanno bisogno anche dellattività ludica. «A patto però - afferma Gabriella Alemanno, direttore per le strategie dellAams, presentando un progetto pilota che coinvolgerà circa 1500 studenti delle scuole superiori di Roma, Milano e Palermo - che si tratti di un gioco responsabile». Il progetto, presentato ieri dallamministrazione autonoma dei Monopoli di Stato e dal ministero dellIstruzione, dellUniversità e della Ricerca, parte dalla necessità di informare i giovani delle scuole superiori, oggi tra quelli più esposti alle «trappole» di gioco irregolare.
«Il gioco fa scuola» è diretto a 10 scuole in altrettante città; una psicologa «itinerante» supporterà gli studenti, illustrando gli aspetti ludici del gioco, ma evidenziando anche i pericoli che si annidano, a volte in modo subdolo, nel classico gioco dazzardo, spinto agli estremi. Le lezioni avranno inizio il 6 aprile a Napoli e si concluderanno il 28 aprile a Roma. Il progetto vede la nascita anche di un comitato nazionale per legalità e lo sviluppo, che ha come testimonial personaggi di alto valore simbolico, come Maria Falcone, Giovanni Moro e Monsignor Bregantini. «È un progetto pilota - afferma Alemanno - lo monitoreremo con grande attenzione». Nasce dalla necessità di creare persone responsabili, promuovere la cultura della legalità, come pratica diffusa nella comunità scolastica, perché le scuole diventino luoghi privilegiati per riflettere su come il rispetto delle norme e delle regole sia un fattore fondamentale per la convivenza civile, nella quotidianità, a scuola come nella società. Il seminario prevede 10 incontri con gli studenti (classi III e IV) di altrettante scuole scelte tra cinque regioni dItalia (Campania, Sicilia, Lazio, Lombardia e Piemonte) che rappresentano la molteplicità delle realtà ambientali ed economiche del Paese.
Il calendario degli incontri nel Lazio: liceo scientifico Marconi a Latina, il 26 aprile, e il liceo scientifico Kennedy a Roma, il 28 aprile. Il «gioco responsabile» mira a far capire ai giovani che nel momento in cui vogliono giocare, lo possono fare con i giochi dello stato, nel pieno rispetto delle regole. Questo progetto verrà effettuato nel mese di Aprile, il mese scelto dalle autorità per contrastare lillegalità. «Occorre costruire le premesse per il rispetto delle regole, soprattutto nella realtà della scuola - afferma Mariolina Maioli, direttore generale per lo status dello studente e le politiche giovanili del Miur - dove si incrociano tutte le realtà, anche da un punto di vista dellinserimento e dellintegrazione con gli alunni stranieri, calcolando che ogni anno abbiamo circa 50mila nuovi studenti extracomunitari. Con questa iniziativa aiutiamo i ragazzi a conoscere le regole del gioco. Per questo abbiamo scelto delle realtà territoriali dove è presente una lunga tradizione in questo campo (si pensi solo alla Smorfia napoletana), al fine di esercitare unazione pedagogica nei confronti dei ragazzi e delle loro famiglie». «Il nostro programma - assicura Gabriella Alemanno - è quello di portare avanti il progetto anche lanno prossimo». Aggiunge Raffaele Ciambrone, dirigente del Miur: «Ci sono due aspetti ai quali teniamo molto: il tema del gioco, perché la dimensione ludica è importantissima, soprattutto se penso che prima i ragazzi giocavano nel cortile, mentre oggi sono dediti al gioco elettronico. Laltro aspetto, non meno importante, è quello della legalità, inteso come rispetto delle regole».
Qualche esempio concreto? «Abbiamo selezionato alcuni tipi di istituti. Al cui interno offriremo ai docenti alcuni spunti interessanti, che verranno approfonditi in classe. Per esempio, presso i licei scientifici e gli istituti tecnici, si studierà statistica e il calcolo delle probabilità, mentre ai licei classici, si darà ampio spazio al tema della fortuna nella letteratura classica; un esempio per tutti, Cicerone.
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