«Il Giornale aveva ragione» E arrivano le borse di studio

Il presidente della Regione dà una soluzione al problema dei soldi «spariti». E cambia le regole

«Il Giornale aveva ragione» E arrivano le borse di studio

Un primo appello l’8 giugno 2007: «La Provincia non paga le borse di studio elettorali». Una denuncia forte sul Giornale per avvertire che centinaia di studenti avevano ricevuto alla vigilia delle elezioni la lettera con la quale veniva loro comunicata l’assegnazione di una borsa di studio, ma poi si erano sentiti dire che i soldi non c’erano. Colpa della Regione, si giustificava la Provincia, mentre in consiglio regionale arrivavano le interrogazioni indignate di Gianni Plinio (An) e Francesco Bruzzone (Lega). Stessa situazione nel gennaio di quest’anno. Nuovo articolo del Giornale, nuova denuncia, stesse scuse. Questa volta in Regione qualcuno si è mosso. Il presidente Claudio Burlando in persona, che ha preso carta e penna e ha scritto all’Agenzia regionale per i servizi scolastici e l’Università. Ha chiesto spiegazioni, ha preteso di capire i perché della figuraccia. E ha avuto una risposta, che ha comunicato ieri al Giornale.
Burlando ha trasmesso la spiegazione fornita da Antonio Rossi, il presidente di Arssu. Che per prima cosa, riferendosi all’articolo del 20 gennaio scorso, precisa quale tipo di borse di studio siano, in quel caso specifico, finite nel mirino. «Trattasi di borse di studio per adulti e contributi di merito di cui alla L. 15/2006, art. 13 e art. 11 - non riguardano le borse di studio universitarie», snocciola con riferimenti strettamente burocratici quanto precisi. Poi passa alle spiegazioni del perché quei soldi non si siano visti. O meglio, perché chi li aspettava e il Giornale che aveva dato loro voce, avessero tutte le ragioni di mugugnare. «L’erogazione delle borse per adulti, era condizionata al superamento positivo dell’anno scolastico o al conseguimento del titolo di studio relativo all’anno scolastico 2006/2007 - spiega Rossi -. Pertanto la graduatoria non poteva essere approvata dalla Regione sino a quando non è pervenuta da parte delle singole Istituzioni Scolastiche la risposta circa la conclusione o meno dell’anno scolastico da parte degli studenti inseriti nella graduatoria stessa. L’ultima comunicazione è pervenuta in data 23/10/2007 e in data 6/11/2007 è stata trasmessa la graduatoria in Regione per l’approvazione. Il Decreto Dirigenziale di approvazione è del 7/12/2007, la relativa comunicazione è stata inviata dal competente Ufficio regionale in data 13/12/2007».
Eppure l’articolo era datato 20 gennaio. In effetti «l’Arssu aveva nel frattempo provveduto ad inviare comunicazione agli interessati circa l’esito delle borse di studio e in data 10/01/2008 è stato emesso mandato di pagamento». Allora i soldi c’erano? Sì, ma non nelle tasche degli studenti. Conferma Rossi: «Le graduatorie dei contributi di merito sono state approvate dal Dirigente regionale in data 20/03/2008. Il mandato di trasferimento da parte della Regione, del finanziamento necessario al pagamento dei contributi, è stato emesso in data 16/04. Il finanziamento è pervenuto presso la Banca Tesoriere dell’Arssu in data 23/04. L’Arssu ha emesso i mandati a favore degli studenti il 24/04/2008». Quattro mesi di burocrazia sulla pelle di chi aspettava, con pieno diritto, le borse di studio.
Arssu non si nasconde e scrive a Burlando: «Alla luce di quanto sopra, sono da rivedere alcune modalità di approvazione relative alle borse di merito che vedono coinvolte le Province, la Regione e questa Azienda. Il Vice Presidente Costa si è già attivato e abbiamo individuato soluzioni che ridurranno i tempi tra domande di benefici, graduatorie e tempi di pagamento».

Claudio Burlando ha preso il presidente dell’agenzia in parola. Tempi del genere sono assurdi, gravi per un’amministrazione. E allora si farà qualcosa. È l’impegno che ha voluto assumere di fronte ai lettori del Giornale. Che saranno tenuti al corrente.

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