Il giornalista del momento intervistato da trenta cronisti in erba. È successo ieri mattina alluniversità statale, dove - per linaugurazione del master biennale in Giornalismo - il nuovo direttore del Tg1 Gianni Riotta ha risposto alle domande dei ragazzi iscritti al corso organizzato nella sede di Sesto San Giovanni. «Come cambierà il Tg1? Di questo parlerò a tempo debito» precisa subito Riotta. Che non si sottrae però al tema del dibattito: «Giornalisti si diventa», «volutamente senza punto di domanda» spiega Venanzio Postiglione, capo redattore centrale del Corriere della Sera e direttore del master. «Partiamo dallidea che alla pratica bisogna unire la cultura, solo così si impara a leggere la realtà» aggiunge Marino Regini, prorettore della Statale e presidente del corso. Vicino a lui siedono gli altri ospiti del dibattito: il rettore Enrico Decleva, il sindaco di Sesto ed ex inviato Giorgio Oldrini, insieme al conduttore di Matrix Enrico Mentana e a Stefano Bartezzaghi della Repubblica. Che sulla questione si dividono.
«Per me, giornalisti si nasce - racconta Mentana -. Il fiuto per le notizie non è una cosa che si insegna». Non la pensa così Riotta: «Le scuole di giornalismo servono per due ragioni: per fare al chiuso gli errori che altrimenti si farebbero fuori e per dare ai ragazzi una preparazione più ampia possibile, dalla Statistica alla lettura di un bilancio». Il nuovo direttore del Tg1 aggiunge un ricordo personale. Racconta del giornalista americano famoso per le sue inchieste e interpretato da George Clooney nel film «Good Night, and Good Luck». «Lho avuto come insegnante alla Columbia University. Era come avere di fronte un concentrato di Biagi, Bocca e Montanelli eppure era semplice, si metteva in maniche di camicia e ci insegnava le cose».
I ragazzi del master (www.giornalismo.unimi.it il sito) ascoltano attenti. Arrivano da tutta Italia, le donne sono il doppio degli uomini, 20 a 10. Per due anni cureranno un giornale on line, la Sestina, sulla cronaca di Sesto San Giovanni e faranno pratica con tv, radio e internet. «E dopo la scuola, che cosa ci aspetta?» chiedono a Mentana e Riotta, preoccupati della prospettiva di un lungo periodo di precariato. «Non preoccupatevi, linformazione è il petrolio del futuro» dice Riotta. «E rimane la cosa meno costosa da produrre» aggiunge Mentana.
Insomma, giornalisti si nasce o si diventa? «È come per i giocatori di basket, uno deve nascere alto» insiste Mentana. «Si dice anche che serva la faccia tosta, eppure molti grandi giornalisti erano timidi» ribatte Riotta. «Vorrà dire che la prossima volta - conclude sorridendo Postiglione - rimetteremo il punto di domanda».
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